Sono ancora i giovani a pretendere risposte e azioni concrete dai Governi in merito alla crisi climatica. In 6 tra bambini e ragazzi portoghesi di età compresa tra gli 11 e i 24 anni si sono presentati alla Corte Europea dei diritti dell’uomo per chiedere conto del mancato impegno dei Paesi europei (e non solo) per il contrasto ai cambiamenti climatici, in relazione all’Accordo di Parigi stipulato nel 2015.
Nel 2020 André (15 anni), Catarina (23 anni), Cláudia (24 anni), Mariana (11 anni), Martim (20 anni) e Sofia (18 anni) hanno fatto ricorso sostenendo che gli Stati non stiano adottando le misure necessarie per frenare la crescita del riscaldamento globale al di sotto della soglia di + 1,5°C, così come previsto dagli accordi raggiunti il 12 dicembre 2015.
Una situazione che mette a repentaglio la vita umana, costituendo un serio pericolo per i diritti di istruzione, salute, sicurezza e crescita in un ambiente sano.
Sul tavolo della Corte Europea dei diritti dell’uomo è finito il caso Duarte Agostinho, la prima causa sui cambiamenti climatici mai giunto a Strasburgo che prende spunto dagli incendi che si sono verificati nell’estate 2017 in Portogallo causando decine di morti e la distruzione di 53mila ettari di terreno.
I giovani ascoltati nel corso dell’audizione al palazzo di vetro e acciaio sostengono che questi incendi sono una conseguenza diretta del riscaldamento globale e che hanno costituito l’origine di una serie di problemi di salute, quali disturbi del sonno, allergie e problemi respiratori.
Ma non solo. Durante l’udienza i giovani hanno si sono resi testimoni per la prima volta alla Corte Europea dell’eco-ansia, affermando di provare “angoscia” a causa delle catastrofi naturale e di essere profondamenti turbati dall’idea di dover vivere tutta la vita in un ambiente sempre più caldo e che potrebbe provocare seri problemi anche alle loro future famiglie.
La richiesta dei 6 giovani portoghesi si rivolge direttamente agli Stati firmatari della COP21, sollecitati ad adottare “misure per regolamentare adeguatamente i propri contributi al cambiamento climatico”.
Fonte foto: X – Y4CI_