Cresce la preoccupazione per la crisi climatica. I siciliani, che ormai convivono con la siccità continua, in un mondo che trova nell’agricoltura le proprie radici, hanno ben chiaro ciò che sta succedendo e ciò che comporta per l’ambiente.
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I dati raccolti dall’Istat mostrano come i siciliani siano fortemente preoccupati per i cambiamenti climatici, e preoccupati per la perdita della biodiversità. Così tanto che, nella categoria di indicatori denominata “Ambiente” la Sicilia si pone al terzultimo posto nella classifica nazionale. Si scende all’ultima posizione, poi, se si guarda ai giorni consecutivi senza pioggia.
In parallelo, la consapevolezza che sia necessario porre in essere comportamenti tali da cercare di tamponare il problema si accompagna ad una situazione del territorio già catastrofica. La Sicilia è prima tra le regioni per abusivismo edilizio e deterioramento dei suoli, proprio a causa della costruzione indiscriminata nel territorio senza alcuna attenzione alle esigenze ambientali e strutturali.
La grande preoccupazione
Non è un caso che ci sia forte preoccupazione al riguardo, proprio perché i tanti eventi climatici estremi già avvenuti in altri territori italiani o negli anni precedenti fanno temere che, se qualcosa del genere succedesse in Sicilia, le conseguenze sarebbero ben peggiori. Un altro elemento di forte insoddisfazione è il conferimento dei rifiuti in discarica, argomento caldo nella Regione, sempre al centro della discussione politica, indicatore per il quale la Sicilia si trova in ultima posizione rispetto alla classifica nazionale. Non di meno, si ricollega ai problemi ambientali la scarsa qualità dei servizi.
La Sicilia guadagna la prima posizione in termini di irregolarità del servizio elettrico, ultima in termini di soddisfazione del servizio di trasporto pubblico e qualità del servizio di distribuzione dell’acqua. Quest’ultimo è l’emblema della crisi climatica siciliana, che vede nella siccità l’elemento topico degli ultimi sei mesi in tutto il territorio regionale.
Il razionamento colpisce tanti comuni
Sono moltissimi i comuni che hanno subito e continuano a subire il razionamento dell’acqua potabile, senza dimenticare le difficoltà evidenti delle imprese agricole e zootecniche. La situazione ambientale siciliana rappresenta soltanto una sfaccettatura della drammatica condizione nazionale. Si conferma la tendenza generalizzata all’aumento delle temperature, media, massima e minima, in tutto il Paese.
Tra il 2011 e il 2023 il numero di giorni ricadenti nei periodi di caldo intenso è quasi sempre maggiore a quello del periodo di riferimento 1981-2010. Negli ultimi due anni, il fenomeno risulta molto più accentuato e nel 2023 il valore nazionale ha raggiunto 42 giorni di caldo intenso.
Aumentano i giorni non piovosi
Prosegue anche la crescita del numero dei giorni consecutivi non piovosi, raggiungendo, a livello nazionale, il valore di 29 giorni, +5,5 rispetto alla mediana del periodo 1981-2010. Rispetto al 2022, si riscontrano deboli anomalie negative nelle ripartizioni del Nord, a meno un giorno, valori molto simili nelle altre tre ripartizioni, con lo scarto maggiore al Centro (+5,5), Sud e Isole (+4).
La condizione di siccità è fortemente peggiorata dalla perdita di grandi volumi di acqua nella fase di distribuzione idrica, pari a 3,4 miliardi di metri cubi in tutta Italia che corrisponde al 42,4% dell’acqua immessa in rete. L’indicatore è sostanzialmente stabile rispetto al 2020, confermando lo stato atavico di inefficienza di molte reti di distribuzione.

