Se oggi, i senatori cinque stelle decideranno di astenersi o uscire dall’Aula al momento del voto di fiducia sul decreto Aiuti, toccherà a Draghi decidere il da farsi
“Con le medesime lineari, coerenti motivazioni” di quanto fatto alla Camera, al Senato “non parteciperemo al voto”, ha annunciato il leader del M5s Giuseppe Conte all’assemblea dei parlamentari del Movimento Cinquestelle.
“Draghi – ha detto Conte – ha annunciato un corposo decreto a fine luglio, questo è uno snodo politico importante, ammette indirettamente quello che il M5s diceva da tempo, che gli aiuti stanziati non sono sufficienti.
Il governo, quindi, è ad un passo dalla crisi. Cosa succede se Mario Draghi va al Quirinale per dare le dimissioni oggi? Ad oggi le soluzioni possibili alla crisi di governo sono diverse e tutte concrete. Ecco quali sono.
Dimissioni del premier e nuove elezioni
E’ lo scenario più paventato in queste ore. Draghi ha detto in più occasioni che non è possibile per lui continuare senza l’appoggio del M5s. Senza ricomposizione della maggioranza si andrebbe quindi alle urne a settembre o a ottobre;
Nuovo governo e voto a febbraio
Al posto di Draghi andrebbe una persona di sua fiducia come l’attuale ministro dell’Economia Daniele Franco, che continuerebbe a seguire i dossier più importanti. Preparando il paese a un ritorno al voto al più tardi a febbraio;
Il ritorno di Draghi con una nuova fiducia
Dopo le dimissioni, Mattarella potrebbe rimandare Draghi alle camere. Lui detterebbe nuove regole “di convivenza” per la maggioranza; se il M5s vota la nuova fiducia, tutto sarebbe ricomposto;
Governo Draghi senza M5s
E’ l’ipotesi già esclusa da ampi settori della maggioranza; da Salvini, che vuole votare il prima possibile, agli stessi grillini che rischiano di dare il via a una nuova diaspora dopo quella di Di Maio.