La Lettera, sottoscritta da oltre 1400 cittadini, è stata inviata, per conoscenza anche al Presidente della Regione Renato Schifani
Il Comitato “Vogliamo l’acqua” e il Cartello Sociale di Agrigento, in data 21 luglio 2024, hanno scritto una lettera al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella per “gridare” i grandissimi disagi della popolazione per la grave crisi idrica che sta caratterizzando tutta la Sicilia e in particolare Agrigento. La Lettera, sottoscritta in pochissimo tempo da circa 1400 cittadini, è stata inviata, per conoscenza anche al Presidente della Regione Schifani, all’Assessore Regionale Di Mauro, al Prefetto di Agrigento e al Sindaco di Agrigento.
La lettera a Mattarella
Ill.mo Signor Presidente, Sergio Mattarella,
Le scriviamo questa lettera da Agrigento,città designata come Capitale Italiana della Cultura 2025 per la sua millenaria storia e per le sue tradizioni artistiche e popolari. Oggi – scrivono il Comitato ed il Cartello – , quella che Pindaro descrisse come “la più bella tra le città dei mortali”, viene continuamente maltrattata da una politica di governo del territorio poco illuminata e priva di una riconoscibile identità e responsabilità sociale e civica.
Agrigento , nel corso degli anni, si è vista privare di uno sviluppo pari a quello di altre città del nord e del centro, perdendo diverse occasioni per tentare di dotare il suo territorio di un’autostrada (unico capoluogo di provinciaitaliano sprovvisto di tale importante arteria) e di un aeroporto civile (che potrebbe far evitare agli abitanti della Sicilia centro-meridionale scomodi e pericolosi spostamenti verso gli aeroporti di Palermo e Catania).
A queste gravi carenze infrastrutturali se ne aggiunge un’altra, la più grave e inaccettabile, e cioè quella relativa alla MANCANZA D’ACQUA E ALLE GRAVI ED INTOLLERABILI INEFFICIENZE NELLA SUADISTRIBUZIONE, CARATTERIZZATA DA NOTEVOLI PERDITE E DA CONTINUI SPRECHI, con danni ricadenti sulle persone (i cui effetti più devastanti sono maggiormente avvertiti dagli anziani, dai malati e dai poveri), sulle attività commerciali e sull’immagine di una città che in questi ultimi anni ha investito molte risorse economiche ed umane nel settore del turismo.
SIGNOR PRESIDENTE – prosegue la lettera – AD AGRIGENTO L’ACQUA VIENE ORMAI DISTRIBUITA CON TURNI DI 23-24-25 GIORNI, CON EROGAZIONI DI 1 O 2 ORE, ASSOLUTAMENTE INSUFFICIENTI PER I NOSTRI FABBISOGNI.
NON POSSIAMO PIÙ ACCETTARE UNA SITUAZIONE DEL GENERE!
Riteniamo che il problema della mancanza d’acqua non sia legato solo alla perdurante siccità che da mesi sta interessando la nostra isola. In Sicilia questo fenomeno naturale, che ben conosciamo, non può essere classificato come un evento raro o straordinario.
Siamo convinti che il vero problema si annida nella gestione delle risorse (pozzi, invasi e sorgenti) e delle reti idriche (acquedotti, serbatoi, tubazioni), divenute da tempo oggetto di mercificazione e strumentalizzazione politica, basati su pratiche commerciali scorrette e promesse elettorali ingannevoli, che ledono i DIRITTI DEGLI ELETTORI E LO STESSO STATO DI DIRITTO.
SIGNOR PRESIDENTE, con questa lettera vogliamo esternare la nostra tristezza e il nostro disappunto nel non sentirci assolutamente considerati come CITTADINI DELLA REPUBBLICA ITALIANA dai nostri rappresentanti politici quotidianamente impegnati nei Parlamenti di Palermo e Roma.
Ma noi, SIGNOR PRESIDENTE, siamo italiani, e proprio perché sentiamo visceralmente di esserlo, Le chiediamo di intervenire per ricordare al nostro Governatore della Regione Sicilia, On. Schifani, e ai nostri rappresentanti istituzionali, che l’acqua è un DIRITTO COSTITUZIONALE, da garantire al più presto a tutti i cittadini della Provincia di Agrigento.
SIGNOR PRESIDENTE, bisogna assolutamente impedire che nelle strutture di ricovero per anziani e immigrati, negli ospedali, nelle carceri e nelle abitazioni di tantissime famiglie possa mancare l’acqua per lo svolgimento delle più elementari pratiche quotidiane (fare una doccia, lavare la biancheria e cucinare).
SIGNOR PRESIDENTE, la nostra Sicilia, circondata dal mare, si potrebbe dotare di validi impianti di dissalazione che potrebbero essere risolutivi nell’affrontare la prima emergenza idrica, garantendo una regolare distribuzione dell’acqua nelle case e nelle aziende industriali, commerciali, zootecniche e agricole (queste ultime risultano essere le più colpite, perché incapaci di abbeverare gli animali e irrigare i campi ormai desertificati)
SIGNOR PRESIDENTE, ma noi siamo o non siamo CITTADINI D’ITALIA, siamo o non siamo figli di uno dei Paesi fondatori dell’EUROPA UNITA? La Legge sull’autonomia differenziata risolverà il divario tra il nord e il sud? Cosa dobbiamo ancora aspettarci dai nostri politici locali che si ricordano di appartenere a questa terra solo in periodo elettorale?
SIGNOR PRESIDENTE IL DRAMMA CHE STIAMO VIVENDO NON INTERESSA SOLO AGRIGENTO MA ANCHE ALTRE CITTA’ LIMITROFE ED E’ PER QUESTO CHE CHIEDIAMO IL SUO INTERVENTO.
Che si possa dichiarare lo stato di gravissima emergenza, chiedendo al Genio Militare e alla Protezione Civile di intervenire, perché ci venga fornito nell’immediato un dissalatore. Che si possano mettere in campo tutte quelle azioni necessarie per evitare un ulteriore aumento dell’esasperazione civile, difficile ormai da contenere o disapprovare.
SIGNOR PRESIDENTE, Le chiediamo di intervenire anche in vista del 2025, anno in cui Agrigento, CAPITALE ITALIANA DELLA CULTURA, accoglierà centinaia di migliaia di visitatori, che dovranno avere il diritto di ammirare questo nostro straordinario patrimonio storico, archeologico, paesaggistico e artistico, al riparo da ogni emergenza idrica che sarebbe incompatibile con il titolo meritatamente conquistato.
SIGNOR PRESIDENTE, solo Lei può aiutarci, perché i nostri politici, ancora una volta, ci hanno abbandonati.
SIGNOR PRESIDENTE, faccia tutto il possibile per poter far scorrere nelle nostre case, nelle nostre aziende, nelle nostre stalle e nelle nostre campagne, L’ACQUA!
Con la certezza che non ci farà mancare il Suo autorevole aiuto, Le porgiamo i nostri più distinti e cordiali saluti.
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