Crisi idrica, una nuova direttiva rivolta ai sindaci dell'Agrigentino - QdS

Crisi idrica, una nuova direttiva rivolta ai sindaci dell’Agrigentino

Crisi idrica, una nuova direttiva rivolta ai sindaci dell’Agrigentino

martedì 20 Agosto 2024

Il prefetto di Agrigento, insieme al dipartimento di Protezione civile, ha emanato il documento volto al risparmio delle risorse e alla ricerca di nuove fonti e pozzi di approviggionamento

AGRIGENTO – La crisi idrica in atto assume connotati molto più gravi e sempre crescenti in molti comuni dell’Agrigentino. La situazione emergenziale non accenna a migliorare a causa della siccità, le riserve idropotabili sono quasi alla fine e in tutti i centri urbani si è resa necessaria una estenuante turnazione nell’erogazione dell’acqua, che spesso ormai viene a mancare per più giorni.

Per queste ragioni il prefetto di Agrigento Filippo Romano ha emanato una direttiva di Protezione civile, in firma congiunta con il dipartimento della Protezione Civile, passando i poteri d’intervento ai sindaci, che vista l’attuale situazione e gli scenari futuri, sono tenuti ad emanare le ordinanze contingibili e urgenti e tutti i provvedimenti finalizzati al risparmio idrico e ad assicurare l’acqua solamente per soddisfare i primari fabbisogni potabili della popolazione e degli animali da allevamento.

Crisi idrica, una direttiva a tutti i sindaci per le linee guida da adottare

“Abbiamo firmato insieme all’ingegnere Cocina – ha detto il prefetto di Agrigento Filippo Romano, incontrando i sindaci della provincia nella vigilia di Ferragosto presso la sala Giglia del Libero consorzio comunale di Agrigento alla presenza del capo della Protezione civile regionale, Salvatore Cocina – una direttiva a tutti i sindaci per le linee guida da adottare in questa fase particolarmente acuta della crisi idrica. Non è un momento facile, è un momento drammatico, bisogna gestirlo nel migliore dei modi, sia sotto il profilo dell’ordine pubblico e sia sotto il profilo del reperimento delle fonti idriche e del loro utilizzo. È importante mirare alla massima equità, lo sappiamo tutti che ci sono quartieri dove l’acqua non arriva mai e devono essere riforniti con autobotti. È chiaro che non dobbiamo fermarci nel reperimento di nuovi pozzi, perché l’acqua in questo momento non cade più dal cielo, ma nel sottosuolo l’abbiamo e la dobbiamo tirare da lì”.

Occorre trovare pozzi per uso umano e uso irriguo

Il grido lanciato dalla Protezione civile regionale ai sindaci è quello di “trovare pozzi per uso umano e uso irriguo”. I Comuni, nonché le Ati, i gestori, i Consorzi di bonifica, il dipartimento regionale Acqua e Rifiuti, l’Autorità di bacino ed il commissario per l’Emergenza in agricoltura, devono attivarsi per individuare e acquisire delle fonti di approvvigionamento idrico esistenti, abbandonate o dismesse, sia pubbliche che private, richiedendo anche la requisizione degli stessi, e di richiedere interventi manutentivi per la riduzione delle perdite.

“Sono fiducioso perché grazie allo sforzo di tutti – ha detto il direttore della Protezione civile regionale Salvatore Cocina – i sindaci in primo luogo, troveremo nuovi pozzi. Lo sanno i sindaci che conoscono il territorio e potremo trovare l’acqua necessaria. I dissalatori sono una soluzione e la cabina di regia ha trovato soldi e finanziamenti ma i tempi sono lunghi rispetto alle esigenze. Voglio ricordare che lo stato di emergenza è stato dichiarato a maggio, il piano approvato a giugno e procediamo in tempi veloci. Oggi abbiamo reperito 900 litri al secondo. Per l’anno prossimo come Protezione civile faremo tutto il massimo per trovare nuovi pozzi ma è chiaro che gli Enti devono darsi una mossa”.

A respingere la richiesta della ricerca di nuovi pozzi è stato il sindaco di Santo Stefano Quisquina, Francesco Cacciatore che intervenuto durante la riunione ha detto: “Respingo con forza la richiesta di ulteriori escavazioni di nuovi pozzi dal bacino idrico della ‘Quisquina’ già in questi anni abbondantemente depauperato e ‘violentato’. I dati tecnici dicono chiaramente come il livello di soglia della falda si è notevolmente abbassato, vi è un problema ambientale e idrogeologico da salvaguardare che non può essere sottovalutato, per quanto mi riguarda indosserò la fascia tricolore non per requisire e individuare nuovi pozzi ma per impedirne la nuova realizzazione”.

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