Crisi idrica, la siccità “asseta” l’intero territorio di Trapani - QdS

Crisi idrica, la siccità “asseta” l’intero territorio di Trapani

Vincenza Grimaudo

Crisi idrica, la siccità “asseta” l’intero territorio di Trapani

giovedì 04 Luglio 2024

Nel capoluogo si va verso il razionamento delle risorse vista l’impossibilità di Sicilacque ad assicurare le dotazioni standard. Ad Alcamo, zone sprovviste di erogazione per oltre dieci giorni: si cercano alternative

TRAPANI – Il cambiamento climatico, che si è concretizzato con un’angosciosa mancanza di piogge nell’intero 2024, sta dando i suoi dolorosi frutti. L’intero territorio trapanese sta attraversando settimane difficili a causa dell’emergenza siccità. Nella città capoluogo Siciliacque non assicura le dotazioni idriche standard, che nello scorso anno arrivavano quasi a cento litri al secondo.

Razionamento delle risorse idriche

Unica possibilità, il razionamento delle risorse idriche, che verranno distribuite a giorni alterni in modo da permettere l’accumulo nelle vasche, dividendo la città tra centro storico e Trapani nuova. I punti problematici sono tanti: bisogna garantire l’approvvigionamento del Comune di Misiliscemi, nonché ai centri logistici vigili del fuoco, aereonautica, esercito e capitaneria di porto, e tutti gli uffici della pubblica amministrazione. Senza dimenticare il raddoppio della popolazione estiva dovuto ai flussi turistici, che ha portato ulteriormente a galla le criticità strutturali di moltissime abitazioni del centro storico, in molti casi trasformate in bed and breakfast, prive di sufficienti contenitori di accumulo e dunque dipendenti dalla costanza di erogazione seppur a giornate alterne.

L’argomento è di così tanta importanza che il prefetto di Trapani, Daniela Lupo, ha organizzato e presieduto nei giorni scorsi, al palazzo di governo, una riunione finalizzata al monitoraggio dell’allarme siccità che ha interessato la provincia, anche a seguito dell’ordinanza di protezione civile che ha dichiarato lo stato di emergenza nazionale.

Hanno partecipato alla riunione anche il commissario per l’emergenza idrica potabile, i rappresentanti della cabina di regia, del dipartimento regionale di protezione civile, di Siciliacque e dell’assemblea territoriale idrica. I sindaci della provincia presenti e i loro delegati hanno raccontato e descritto le problematiche derivanti dalla riduzione degli apporti idrici, soprattutto in vista dell’avvio della stagione turistica.

Durante l’incontro è emerso che la cabina di regia, istituita dalla Regione Sicilia, sta selezionando gli interventi prioritari da attuare per individuare le fonti idriche disponibili e arginare il fenomeno. In attesa di una qualche indicazione rispetto a ciò che è necessario fare, è stata quindi sollecitata l’emanazione di specifiche ordinanze comunali, per indurre i cittadini all’uso responsabile dell’acqua potabile al fine di evitare sprechi, anche in considerazione delle difficoltà causate dalla carenza di dati sull’acqua utilizzabile dovute all’assenza di un gestore unico del servizio idrico.

Il problema sta diventando insostenibile non soltanto nel capoluogo, ma in tutta la provincia. Ad Alcamo, ad esempio, i turni per l’erogazione dell’acqua, divisi per zone, sono arrivati ad un intervallo che supera i dieci giorni, un vero dramma per molte famiglie che nel centro storico non hanno cisterne tali da permettere l’accumulo di una quantità d’acqua tale da poter gestire le esigenze di un periodo tanto lungo.

L’unica strada sembra essere la ricerca di fonti che si aggiungano a quelle già sfruttate. La terza e quarta Commissione ha svolto un sopralluogo alle sorgenti di Chiusa a San Giuseppe Jato, insieme all’assessore al servizio idrico, Vittorio Ferro, la direzione uno e il personale del servizio idrico, per verificare lo stato dei luoghi e visionare le condutture che riforniscono di acqua potabile la città di Alcamo. Il lavoro non si ferma qui, perché sono già previste altre commissioni congiunte.

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