La Corte dei Conti bacchetta la Sicilia sulla crisi idrica, evidenziando come “negli ultimi 25 anni il sistema sia peggiorato”. È quanto scrive nel “Referto sulla gestione dello stato di emergenza in relazione alla situazione di grave deficit idrico e alla criticità delle infrastrutture nel territorio della regione siciliana”. I giudici contabili fanno riferimento, in particolare, alla figura del generale Roberto Jucci, commissario straordinario per l’emergenza idrica, che aveva già segnalato nel 2000 quali iniziative si dovessero prendere per migliorare il sistema idrico in Sicilia.
La relazione
“È palese – scrive la Corte dei Conti -, allo stato degli atti che su tutte le situazioni di grave inefficienza gestionale già accertate e segnalate dal Generale Jucci nella relazione conclusiva del 2000 (v. es. realizzazione grandi Dighe Pietrarossa e Blufi, rilevazione ed eliminazione perdite idriche nelle reti di adduzione), nessun significativo stato e/o livello di miglioramento qualitativo nella gestione dell’approvvigionamento primario e del ciclo idrico integrato risulta conseguito nelle successive gestioni emergenziali e neppure nella concorrente gestione amministrativa ordinaria, registrandosi -in senso contrario- altrettanto palesi peggioramenti complessivamente gravanti sul sistema idrico”.
I dissalatori
Sui dissalatori scrivono i giudici contabili che allo stato sono “da considerarsi una fonte marginale di approvvigionamento idrico emergenziale” perché “entrano in funzione solo per brevi periodi, durante le fasi considerate più critiche per la contestuale aumentata domanda di acqua e minore disponibilità idrica, mentre durante il resto dell’anno vengono mantenuti in stand-by”. Secondo la Corte dei conti “non è stata raggiunta un’adeguata e chiara evidenza dell’economicità e dell’efficienza della scelta dei dissalatori, rispetto ad altre forme o modalità di ottenimento della risorsa idrica (in particolare, in comparazione con i costi di un maggior efficientamento delle reti di distribuzione, nonché dei pozzi e degli invasi esistenti)”.
La replica di Schifani
“Accogliamo con attenzione le osservazioni della Corte dei conti che richiamano criticità strutturali maturate in oltre vent’anni e un quadro normativo che, in alcuni casi, ha generato una frammentazione delle competenze. Su questi aspetti la Regione resta aperta a suggerimenti utili a migliorare l’azione amministrativa”. Così il presidente della Regione Renato Schifani ha commentato il referto, precisando che “da quasi due anni il mio governo è impegnato sia nella gestione dell’emergenza idrica sia in un piano ordinario di interventi infrastrutturali, finalizzato alla riforma del settore e all’accelerazione della manutenzione di dighe e adduttori.
Le soluzioni
“Sono state attivate, solo per l’emergenza, risorse per oltre 200 milioni di euro, tra fondi regionali e nazionali, ottenendo un incremento stimato del 30% della dotazione idrica delle aree colpite. Parallelamente – conclude il presidente – abbiamo già attivato tre dissalatori, pienamente operativi, e ne abbiamo programmati altri due a Palermo. Stiamo inoltre potenziando il dipartimento Acqua e rifiuti e avviando una riorganizzazione della governance del sistema, con l’obiettivo di superare frammentazione e ritardi storici e garantire risposte strutturali e durature ai cittadini siciliani”.

