La crisi dell’informazione e l’estinzione delle edicole, colpa dei social?

La crisi dell’informazione e l’estinzione delle edicole, colpa dei social?

La crisi dell’informazione e l’estinzione delle edicole, colpa dei social?

Vincenza Grimaudo  |
sabato 26 Marzo 2022

L’analisi di Francesco Pira, docente UniMe di Sociologia dei processi culturali e comunicativi: “Tutto è in grande trasformazione”. Si va verso una sorta di modello Netflix”

I costi della carta, il passaggio a un digitale con i mille pericoli della scadente qualità, le nuove generazioni che leggono sempre meno. Questi e altri fattori incidono nella crisi dell’informazione e delle edicole tra fake news, Internet e social secondo Francesco Pira, associato di Sociologia dei processi culturali e comunicativi e coordinatore didattico del master in Esperto della comunicazione digitale dell’Università di Messina.

Quanto stanno influendo i nuovi mezzi di informazione via social in questa crisi?

“È la solita storia del gatto che mangia il topo. Attorno a noi ci sono profondissime trasformazioni.

La nostra è la società in cui trionfano gli algoritmi e che si proietta verso un quotidiano uso dell’intelligenza artificiale. Non siamo più noi a selezionare le notizie, ma quasi ci arrivano sullo smartphone quando forniamo delle parole chiave. Non possiamo, guidando auto di ultima generazione, rammaricarci perché quando i mezzi di trasporto erano i carretti c’era aria più pulita. Si legge meno e ci si informa meno, girano più notizie, ma anche più fake news. Andiamo verso un’informazione di qualità a pagamento e una gratuita, che come tutte le cose che non si pagano non è il massimo. Ovviamente”.

I mezzi di informazione via social come li considera? Un pericolo o un’importante innovazione?

“C’è da capire fino a quando i più ricchi del mondo che hanno la proprietà delle piattaforme terranno i rubinetti aperti. Stanno già sperimentando come fornire loro direttamente l’informazione su Facebook, Instagram, Whatsapp ancora Linkedin, Twitter, Google, Youtube o Twitch e non permettere agli editori di tutto il mondo di fornirei loro prodotti attraverso i social. Se questo avverrà ci sarà una trasformazione totale del mercato dell’informazione.

La rete è stata sempre definita portatrice di pluralismo e quindi democrazia.

Nell’era della controllocrazia, della profilazione, della vetrinizzazione e della democratizzazione di tutto il nostro privato non è facile pensare a un’informazione libera e coerente. Tutto è in grande trasformazione.

La sensazione forte è che tutti si stanno attrezzando come Netflix a fornirci quello che può piacerci più che quello che è utile a informarci”. Ci sono sempre meno edicole in Sicilia, e in Italia più in generale.

Prima erano un luogo di ritrovo, anche un riferimento sociale. Cosa è successo?

“Provo una grande senso di tristezza e amarezza per questa notizia, che ritengo figlia di questo tempo di consumismo emozionale, come lo chiamava il grande sociologo Zygmunt Bauman.

L’edicola era un luogo dove scambiarsi le notizie, dove incontrare le persone con cui avevi piacere di condividere pareri e opinioni. Era il luogo in cui il giornalaio ti aggiornava sulle cose più importanti del giorno, ti proponeva e persino ti coccolava.

Oggi invece è un non luogo destinato a trasformarsi, per chi deciderà di sopravvivere, alla vendita di giochi, giochini e cose futili. I costi elevati della carta, la trasformazione del mercato dell’informazione, ci stanno facendo assistere alla quasi totale estinzione delle edicole. Davvero un peccato. La perdita di un punto di riferimento per le comunità piccole e grandi”.

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