Le proteste del 2019, quando diversi allevatori decisero di versare nei campi migliaia di litri di latte per denunciare le condizioni economiche insostenibili imposte dal mercato, non si sono ancora ripetute però il clima nel comparto zootecnico è teso. Dopo gli ultimi anni in cui la siccità ha causato un aumento delle difficoltà per le aziende del settore ovi-caprino, a tenere banco in queste settimane è il possibile nuovo ribasso dei prezzi di acquisto del latte da parte delle industrie di trasformazione.
Dall’Ars al governo nazionale
Nel giro di pochi mesi il corrispettivo riconosciuto agli allevatori è sceso anche di 50 centesimi al litro, portando molti a chiedersi che senso abbia operare in un mercato dove il margine di guadagno è ridotto all’osso. A inizio dicembre, il caso è finito anche all’attenzione dell’Assemblea regionale siciliana, con un’audizione dei rappresentanti del comparto in commissione Attività produttive. Adesso a essere chiamata in causa è anche il governo nazionale. Un’interrogazione è stata infatti depositata in Parlamento dal senatore di Fratelli d’Italia Salvo Pogliese.
Richieste al ministro
L’esponente della maggioranza e del partito a cui appartiene la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, è il primo firmatario dell’atto sottoscritto anche da colleghi di altri partiti. A chiedere risposte al ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida sono infatti, oltre ai senatori di Fdi Raoul Russo, Salvatore Sallemi e Carmela Bucalo, anche i cinquestelle Cetty Damante, Pietro Lorefice e Dolores Belilacqua, il leghista Nino Germanà, Dafne Musolino di Italia Viva e la forzista Daniela Ternullo. L’interrogazione, depositata il 22 dicembre con richiesta di risposta orale, punta a dare voce alle istanze che arrivano dai produttori dell’isola.
“Il settore zootecnico, ed in particolare l’ambito ovi-caprino, rappresenta uno dei pilastri dell’agricoltura siciliana, sia per la consistenza numerica delle aziende presenti sul territorio regionale, sia per il significativo contributo in termini di occupazione e opportunità lavorative, soprattutto per i giovani allevatori, oltre a svolgere un ruolo centrale nella tutela e difesa del territorio, nella valorizzazione delle eccellenze agroalimentari locali e nella promozione turistica delle aree rurali – si legge – Nonostante tale rilevanza strategica, in Sicilia si registra negli ultimi mesi una marcata e repentina riduzione del prezzo del latte, che è passato da valori superiori a 1,50 euro al litro, con punte fino a 1,60 euro registrate solo pochi mesi fa, agli attuali 1,00-1,10 euro al litro, livelli che risultano spesso inferiori ai costi medi di produzione”.
Tanti costi
A pesare sulla situazione finanziaria delle aziende non è solo il risicato guadagno, ma i costi di produzione che continuano a rimanere da anni molto alti. “Tale andamento – prosegue l’interrogazione – sta determinando gravi difficoltà economiche per le aziende zootecniche, già fortemente penalizzate dall’aumento dei costi energetici, dei mangimi e delle materie prime. Il protrarsi di prezzi non remunerativi rischia di provocare la chiusura di numerose aziende, con conseguente perdita – sottolineano i senatori – di occupazione, abbandono delle aree interne e compromissione del patrimonio zootecnico regionale”.
I parlamentari, sulla scorta di quanto denunciato pubblicamente dagli allevatori, rimarcano come “le dinamiche di formazione del prezzo del latte sembrerebbero evidenziare la presenza di un mercato fortemente concentrato, con pochi soggetti acquirenti in grado di influenzare in modo determinante i prezzi, configurando potenziali assetti oligopolistici. Tali assetti – si legge – potrebbero favorire fenomeni speculativi che appaiono andare oltre le ordinarie dinamiche di domanda e offerta, incidendo negativamente sulla libera concorrenza e sulla giusta remunerazione dei produttori”.
Verifiche
Al governo Meloni, Pogliese e colleghi chiedono di disporre verifiche con l’obiettivo di monitorare il settore. “Anche attraverso l’Autorità garante della concorrenza e del mercato al fine di accertare l’eventuale presenza di comportamenti anticoncorrenziali o speculativi”, è il suggerimento. Al contempo forte è la necessità di sostenere le aziende. In questo caso la richiesta riguarda la descrizione di “quali strumenti di sostegno e tutela” l’esecutivo “intenda attivare, anche in via straordinaria”.
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