La crisi senza fine dei negozi in Sicilia, Tamajo parla al QdS

La crisi senza fine dei negozi in Sicilia, Tamajo: “Ecco cosa faremo per i commercianti”

Antonino Lo Re

La crisi senza fine dei negozi in Sicilia, Tamajo: “Ecco cosa faremo per i commercianti”

Roberto Pelos  |
mercoledì 22 Febbraio 2023

Nel 2022 è andata peggio solo in Campania e nel Lazio. L'assessore regionale alle Attività produttive è intervenuto ai microfoni di QdS.it

In Sicilia, nel 2022, si è registrata una perdita di 2.142 attività commerciali, secondo quanto emerge dalle elaborazioni condotte da Confesercenti sui dati resi disponibili dalle fonti camerali. È andata peggio solo in Campania, con 2.707 negozi in meno e nel Lazio (-2.215).

A livello nazionale, mentre il numero di chiusure è in linea con quello rilevato negli anni pre-pandemia, il dato delle aperture del 2022 è il più basso degli ultimi dieci anni, inferiore del -47,9% non solo al valore del 2012 – quando, nonostante la crisi, avevano aperto oltre 43mila attività del commercio – ma anche rispetto al 2020, anno della Covid e del lockdown, che comunque aveva registrato l’arrivo sul mercato di oltre 25mila imprese del commercio.

Tornando alla nostra regione, sull’argomento è intervenuto ai nostri microfoni Edy Tamajo, assessore regionale alle Attività produttive.

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L’assessore regionale alle attività produttive Edy Tamajo

Assessore Tamajo, come intende supportare le attività commerciali in difficoltà?

“Gestire un’impresa in questo periodo storico non è affatto semplice a causa dell’aumento generale del costo della vita. Inoltre, con una burocrazia bizantina che ha caratterizzato da troppo tempo il nostro Paese mi rendo conto che avviare o gestire un’impresa è, mi scusi il gioco di parole, una “impresa”! Tuttavia, questo Governo regionale, di cui mi pregio di farne parte, sta mettendo in campo una serie di misure importanti per finanziare diverse attività legate all’impresa”.

Quali?

“Penso ad esempio all’iniziativa “Competitività Sicilia” promossa dall’Assessorato alle attività produttive che ha l’obiettivo di rafforzare la competitività del sistema imprenditoriale siciliano, favorire lo sviluppo di poli di specializzazione e stimolare il riposizionamento di settori produttivi tradizionali. L’iniziativa rende disponibili agevolazioni in forma di contributo a fondo perduto e anche finanziamento agevolato, da destinare alle imprese operanti in Sicilia. La dotazione finanziaria è di 102,6 milioni di euro (68,6 milioni di euro a valere su risorse finanziarie FSC 2021/2027 – 34 milioni di euro a valere su risorse finanziarie POC 2014/2020). Mi consenta di aggiungere dell’altro”.

Prego.

“Stiamo lavorando su svariati fronti dalle cooperative con il sostegno alle centrali per i CAT (Centri di Assistenza Tecnica) che permettono di promuovere la cooperazione e dare servizi di consulenza specialistica di eccellenza alle società mutualistiche, agli artigiani che con un fondo pari a 37.800.000 di euro darà un aiuto concreto a tutte le imprese artigiane siciliane”.

Pensa ad iniziative per favorire la nascita di nuove attività commerciali?

“Assolutamente sì. All’interno dell’iniziativa Competitività di cui parlavamo prima c’è un intervento che si chiama “Fare impresa in Sicilia”, che si pone l’obiettivo di sostenere la creazione e lo sviluppo di nuove imprese, permettere l’emersione di una nuova generazione di imprenditori, in particolare giovanile e femminile, favorire la nascita e la crescita di start up innovative, promuovere forme di auto-impiego a sostegno di politiche attive del lavoro. La dotazione finanziaria disponibile per questo intervento è 26 milioni di euro. Inoltre, credo che l’IRCA – nato giuridicamente dal precedente Governo dalla fusione di IRCAC e CRIAS – potrà a breve, grazie al completamento della procedura di fusione essere una struttura dal potenziale enorme, capace di sbloccare nuovi fondi e finanziamenti, utili a dare sostegno economico alle tante nuove e già esistenti imprese”.

Ha in mente accordi con le associazioni di categoria in tal senso?

“La mia attività assessoriale è improntata al confronto costante con le associazioni di categoria, perché ritengo che il segreto per crescere è il confronto, e oggi più che mai è il tempo del dialogo e non della difesa di rigidità contrapposte. Fin dall’inizio del mio mandato assessoriale ho dialogato con le associazioni di categoria: artigiani, cooperative e quant’altro perché credo fermamente che dove c’è dialogo c’è civiltà, c’è crescita e arricchimento di idee. In ragione di ciò credo che ci saranno sicuramente dei protocolli d’intesa con le associazioni di categoria che sono dei punti di riferimento per tutte le imprese siciliane”.

Roberto Pelos

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