Anno da record doveva essere e anno da record è stato. Stando alle anticipazioni fornite dalla Italian Cruise Watch di Risposte Turismo, il 2023 si chiuderà in Italia con circa 12 milioni e 900 mila passeggeri transitati tramite le navi da crociera nei porti italiani. Un numero che supera del 15% anche il record ottenuto in epoca pre Covid, inferiore di 600 mila unità. Dati in netto e costante aumento confermati anche dalla Cemar, agenzia marittima che rappresenta alcune delle principali società di navigazione: +37,6% di passeggeri rispetto al 2022 e +9,2% rispetto al 2019. Un trend che vede un futuro roseo per il settore, con una crescita che continuerà anche nel 2024 e che permetterà di superare la quota record di oltre 13 milioni di passeggeri.
A livello nazionale, per quanto riguarda i movimenti nei singoli porti, Civitavecchia si conferma prima assoluta, di poco sotto ai 3 milioni di passeggeri. A seguire tre grandi città come Napoli, Genova e Palermo. Sempre in Liguria Savona e La Spezia. E poi ancora Livorno, Messina, Venezia – che raddoppia i numeri 2022 – e Bari. Su base regionale la Liguria (con 3,2 milioni di passeggeri nei suoi porti) si conferma prima in classifica. Seguono il Lazio (2,9 milioni), la Campania (1,6 milioni) e la Sicilia (1,5 milioni).
Un trend in forte crescita quello della cruise industry in Italia e che può rappresentare una chiave di volta per una ulteriore espansione turistica per le città siciliane tra lusso, sostenibilità, esperienze alternative e nuove mete da visitare. Si leggono in tal senso gli investimenti che hanno deciso di compiere proprio Palermo e Messina, le due capofila che distanziano e di parecchio in classifica il porto di Catania, terzo nell’isola.
“Nel triennio 2024-2026 – secondo Francesco Di Cesare, presidente di Risposte Turismo, tra le principali agenzie di monitoraggio del settore – i porti italiani investiranno 1,6 miliardi di euro per la crocieristica. Si tratta di un numero importante”. Quella dell’innovazione nell’accoglienza come una via da seguire, dunque, tanto per Palermo quanto per la città dello Stretto. La costruzione del molo trapezoidale, inaugurato nei giorni scorsi dal presidente della Repubblica Mattarella, rientra all’interno di un più ampio intervento di rigenerazione urbana inserito nel piano industriale dal valore di un miliardo di euro varato nel 2018 nel capoluogo palermitano. Il completo restyling ha permesso non solo ai turisti ma soprattutto agli abitanti di riappropriarsi di una zona di fatto degradata e poco sfruttata della città.
L’opera ha trasformato il porto in un grande parco verde, dotato di un marina yachting con 13 accosti per panfili, ristoranti, negozi per lo shopping, un supermercato, un laghetto artificiale senza dimenticare auditorium e anfiteatro. Tutto per restituire un affaccio sul mare che darà continuità alla passeggiata sulla Cala, da Sant’Erasmo alla zona archeologica del Castello a Mare. Anche Messina, come detto, si sta muovendo in questa direzione. Attestatosi nel 2021 come primo porto in Sicilia, sesto in Italia e dodicesimo nell’intero Mediterraneo per traffico crociere, quello della città dello Stretto sembra essere destinazione molto apprezzata dall’industria del settore.
Feedback positivo ottenuto soprattutto grazie alla partnership con MSC, compagnia che ogni martedì porta in città oltre 6000 turisti. In quest’ottica è possibile comprendere il boom del 2023 con un +42% rispetto all’anno precedente: nuovo record assoluto. Per restituire alla città e permettere ai turisti di apprezzare zone degradate e negli anni dimenticate, l’amministrazione Basile ha creduto a fondo nello sviluppo del comune attraverso il mare. Un progetto del waterfront che avvolge tutta la città e che va dal Porto di Tremestieri – come miglioramento per gli aspetti logistici – a via Don Blasco a Maregrosso passando per la Zona Falcata.
E poi ancora la zona della ex Fiera e l’hub crocieristico che sorgerà al posto dell’ex “Casa di Vincenzo”, a ridosso della vecchia dogana di Messina. Cantieri su cantieri che ridisegneranno il volto “marittimo” del centro peloritano. In particolare, quello dell’hub per i crocieristi rappresenterà un primo approdo in città da 1800mq e sarà realizzato entro un anno grazie a un investimento a base di gara di 7,6 milioni di euro, di cui il 47% stanziato dall’Autorità portuale dello Stretto.
“Per la prossima stagione, sono attesi in città oltre 600.000 turisti provenienti dalle navi da crociera. Si tratta di un vero boom per il quale Messina non può farsi trovare impreparata”, spiega Enzo Caruso, assessore alla Cultura e al Turismo peloritano. “È stato necessario guardare Messina con gli occhi del turista e partire dalle basi: dalla cartellonistica in inglese fino ai percorsi turistici individuabili attraverso i QR code e che, dati Google alla mano, sono già stati cliccati decine di migliaia di volte. Ma c’è ancora tanto da fare, soprattutto per la cultura del turismo che deve far parte anche del mondo imprenditoriale”, aggiunge Caruso.
Bus di linea diretti per le vie dello shopping, un Welcome point a ridosso di palazzo Zanca come punto di riferimento per i primi approdi in città e il primo meeting del turismo organizzato da amministrazione comunale e autorità portuale per mercoledì 18 ottobre con i principali buyer del settore.
Ma i commercianti locali restano ancora nota dolente, spiega l’assessore: “Su 6000 turisti che sbarcano il martedì, solo 1200 vanno a Taormina. Bisogna dunque gestire meglio chi sceglie di restare e trova le saracinesche chiuse. Si potrebbe pensare di aprire alle ore 10 del mattino così da fare orario continuato senza che questo rappresenti un problema e come poi avviene già in altre città”, conclude l’assessore.
Facendo un giro per i negozi del centro in pausa pranzo, il riscontro è demoralizzante. Sembra siano serviti a poco infatti i bus ATM messi a disposizione dei crocieristi con una linea diretta per lo shopping: molte attività, contestualmente allo sbarco in città delle migliaia di stranieri, preferiscono ancora poter godere della chiusura in pausa pranzo.
A beneficiarne sono le grandi catene di franchising che, proprio nelle ore più calde della giornata, fungono da rifugio refrigerato per coloro che, sbarcando dalle navi da crociera, scelgono di visitare il centro della città. Così, al di fuori della principale area di approdo nei pressi di piazza Duomo e al di là di bar e ristoranti che offrono cibo e fanno affari d’oro con menù turistici, in giro regna il nulla assoluto.
Tra i commercianti invitati a poter dire la loro ai nostri microfoni, restano le bocche cucite. Solo il signor Francesco (nome di fantasia, ndr) proprietario di una delle attività commerciali di viale San Martino, decide di poter parlare mantenendo l’anonimato: “I prezzi degli affitti sono alle stelle, pensare di assumere altri lavoratori in un periodo di inflazione come questa è follia. Per questo preferiamo chiudere in pausa pranzo, pur rinunciando ai croceristi che però spesso vengono, guardano e poi comprano su internet qualcosa simile ma che costi meno”.