Crollo via Castromarino, Lipera: "Ricorreremo in Cassazione"

Crollo via Castromarino, l’avvocato Lipera non si ferma: “Ricorreremo in Cassazione”

Crollo via Castromarino, l’avvocato Lipera non si ferma: “Ricorreremo in Cassazione”

Redazione  |
mercoledì 19 Aprile 2023

Lo ha annunciato stamani l'avvocato Giuseppe Lipera in occasione della conferenza stampa.

Immediato ricorso alla Corte Suprema di Cassazione. Lo ha annunciato stamani l’avvocato Giuseppe Lipera in occasione della conferenza stampa indetta dopo la notizia dell’archiviazione del procedimento relativo al crollo di via Castromarino, il palazzo in zona Plebiscito crollato nel 2020 in seguito alle sollecitazioni provenienti dal cantiere per la realizzazione della tratta della metropolitana. Archiviazione di cui lo stesso legale non sapeva nulla, dice. “Non è pervenuta nessuna notidica – afferma. Solo dopo sollecitazioni alla cancelleria del GIP del Tribunale di Catania, in data 17 aprile alle ore 11 si è avuta la notifica formale del provvedimento.

Lipera: “Ricorreremo in Cassazione”

Lipera ricorrerà dunque in Cassazione, “ritenendo la decisione, che ha accolto la richiesta di archiviazione del PM Dott. Andrea Norzi, sia da ritenersi abnorme, non solo perché ingiusta ed errata ma perché carente di motivazione”. Alla richiesta di archiviazione del PM era stata proposta opposizione “molto circostanziata ed articolata”, nella quale si evidenziavano due aspetti. In primo luogo, sottolinea il legale, “si evidenziava che il consulente tecnico del PM, Ingegnere Giovanni Canetta,  aveva rilevato che “la causa del crollo degli edifici di Via Castromarino / Largo di Nicito / Via Plebiscito” era stata dovuta allo “sprofondamento del terreno di fondazione avvenuto in concomitanza con il transito della macchina TBM” (la c.d. talpa), mentre d’altra parte l’Ingegnere Giancarlo Messina, nominato CTU a seguito di richiesta di accertamento tecnico preventivo, dal Presidente della Prima Sezione Civile del Tribunale di Catania, Dott. Massimo Escher, aveva stabilito che “il quadro del dissesto risulta univoco e direttamente correlato al cedimento in fondazione avvenuto per l’apertura della voragine contemporaneamente alle operazioni di scavo della galleria con la TBM – EPB da parte della CMC di Ravenna”.

Pareri tecnici, secondo il legale, “diametralmente opposti quindi a quelli erroneamente rilevati sia dal PM che dal GIP, che ha denegato sinanco le indagini suppletive rettamente sollecitate dalle parti offese opponenti”. Non solo: secondo Lipera, sarebbe “assunzione di responsabilità”, la notizia che parte degli abitanti danneggiati abbiano rinunicato all’opposizione perché risarciti.

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