“No, penso proprio di no. Non è una riforma Meloni, è una riforma per la giustizia“. E’ la risposta ai cronisti a Napoli, per un evento elettorale del centrodestra con il candidato Edmondo Cirielli, del ministro della Difesa, Guido Crosetto, a proposito di eventuali dimissioni da parte del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in caso di sconfitta al referendum sulla riforma della Giustizia.
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Nordio: “Con questa riforma i magistrati non saranno vincolati alle correnti”
“La credibilità del Csm è già stata ampiamente criticata dalle più alte cariche dello stato, che hanno parlato di una modesta etica di molti magistrati. Tutti sanno – spiega ancora il Ministro della Giustizia Carlo Nordio – che il Csm è oggi un’organizzazione di distribuzione di poteri attraverso il sistema correntizio. La magistratura ha raggiunto un terzo della credibilità che aveva ai tempi della lotta al terrorismo e poi di Mani Pulite. Non dipende dagli attacchi della politica, dipende dal fatto che si è screditata da sé. E questo discredito, ripeto, è emerso con lo scandalo Palamara ma soprattutto col fatto che non hanno voluto fare chiarezza e tutto è rimasto come prima. E’ per questo che siamo dovuti intervenire con il sorteggio dei consiglieri”.
Pietro Grasso: “Referendum? Non è battaglia corporativa ma costituzionale”
In vista della campagna referendaria, Pietro Grasso, in un’intervista sul ‘Domani’, prevede che ”si riproporrà lo scontro politica-magistrati” dopo ”l’arroganza di aver imposto una riforma senza accogliere, in quattro passaggi parlamentari, né un emendamento”. Il fronte del “no”, afferma, dovrà ”spiegare che non è una battaglia corporativa, ma costituzionale”, a tutela dell’”indipendenza della magistratura”.

