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Csm, si dimette la paternese Rosanna Natoli: ecco cosa è successo

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Csm, si dimette la paternese Rosanna Natoli: ecco cosa è successo

Redazione  |
giovedì 18 Luglio 2024

Caos nel Consiglio superiore della magistratura dopo gli stravolgimenti delle scorse ore.

È caos al Csm (Consiglio superiore della magistratura) dopo le dimissioni dell’avvocato paternese Rosanna Natoli, consigliere laica del centrodestra. Nelle ultime ore “La Repubblica” ha rivelato l’esistenza di un plico contenente una registrazione partito dalla stanza del vicepresidente leghista Fabio Pinelli. La donna è conosciuta in primis per essere vicina al concittadino e presidente del Senato, Ignazio La Russa. Lo scorso anno a gennaio il Parlamento votò proprio l’avvocato in questione per il delicato incarico.

L’inizio del caso

La professionista è una componente della commissione disciplinare del Consiglio. Natoli avrebbe conversato nel suo studio nella sua cittadina con una giudice civile di Catania, Maria Fascetto Sivillo, che è sotto inchiesta disciplinare per presunto “uso della qualità di magistrato al fine di conseguire vantaggi ingiusti per sé o altri”. Al centro del dialogo il procedimento contro il magistrato. Il Corriere riporta che la consigliera avrebbe ammesso insieme all’accusata di violare in quel frangente il segreto della camera di consiglio. La giudice si trovava sul posto per ricevere consigli e ha pure registrato la conversazione consegnandola al suo legale, Carlo Taormina, ex deputato di Forza Italia ed ex sottosegretario all’Interno.

L’arrivo al Csm e le dimissioni di Natoli

La bomba al Csm è scoppiata martedì nel corso della seduta della commissione disciplinare. In quell’occasione Natoli rivestiva il ruolo giudice e Fascetto Sivillo l’imputata. Il legale Taormina ha così comunicato di aver depositato la pennetta con la registrazione e le trascrizioni del dialogo tra le parti.

A questo punto Natoli si è dimessa da componente della disciplinare sospendendo l’udienza e il procedimento. Fanno parte del comitato di presidenza del Csm il vicepresidente Pinelli, la prima presidente della Cassazione Margherita Cassano e il procuratore generale Luigi Salvato. I componenti quindi hanno optato di inoltrare alla Procura di Roma la registrazione per verificare la sussistenza di eventuali reati.

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