Roma, 10 dic. (askanews) – “Un mix culturale e sociale di tradizioni culinarie, associate all’uso di materie prime e tecniche di preparazione artigianale. È un’attività comunitaria che enfatizza l’intimità con il cibo, il rispetto per gli ingredienti e i momenti condivisi a tavola”. Così l’Unesco motiva la decisione di iscrivere la cucina italiana come Patrimonio immateriale dell’umanità. La decisione ufficiale è arrivata oggi da Nuova Delhi, presa all’unanimità dal Comitato intergovernativo dell’Unesco.
Per l’Unesco la pratica della cucina italiana “affonda le sue radici in ricette anti-spreco e nella trasmissione di sapori, competenze e ricordi attraverso le generazioni. È un mezzo di connessione con la famiglia e la comunità, sia a casa, a scuola o attraverso feste, cerimonie e incontri sociali”.
Per il Comitato il saper fare della cucina italiana è composto da “persone di ogni età e genere che partecipano, scambiandosi ricette, suggerimenti e storie, con i nonni che spesso tramandano i piatti tradizionali ai nipoti. Le conoscenze e le competenze legate all’elemento vengono trasmesse sia informalmente all’interno delle famiglie che formalmente nelle scuole e nelle università. Oltre alla cucina, i praticanti vedono questo elemento come un modo per prendersi cura di sé e degli altri, esprimere amore e riscoprire le proprie radici culturali”.
La cucina italian quindi “offre alle comunità uno strumento per condividere la propria storia e descrivere il mondo che le circonda. Contribuisce inoltre a salvaguardare specifiche espressioni culturali, come la lingua e la gestualità. La pratica favorisce quindi l’inclusione sociale, promuovendo al contempo il benessere e offrendo un canale per l’apprendimento intergenerazionale permanente. Rafforza inoltre i legami, incoraggia la condivisione e promuove il senso di appartenenza”.

