Sicindustria Tp e Regione siciliana puntano a nuovi mercati. Il Presidente della sezione marmi, Castiglione delinea la strategia di settore: "Puntiamo a diversificare e ampliare la nostra clientela"
CUSTONACI (TP) – Il marmo di Custonaci ha deciso di giocare a tutto campo. La sfida è quella dei mercati, ma per vincerla è necessario fare un salto di qualità, che si chiama promozione. Ma anche marketing, confronto, contatti. Il prodotto che nasce dal bacino marmifero del territorio e che viene lavorato nelle aziende di settore è senza concorrenza per struttura, per elementi di pregio, eppure non riesce ad affermarsi come dovrebbe e come avrebbe potuto fare già da tempo. Sicindustria Trapani s’è messa così al lavoro. Ha studiato strategie e soluzioni e le ha trovate.
Il presidente della sezione marmi Giovanni Castiglione non ha dubbi, è arrivato il momento di aprire una nuova stagione. L’ha chiamata “il nuovo corso del marmo siciliano” e ne ha dettato le coordinate, definite in collaborazione con la Regione ed in sinergia con l’Assessorato regionale alle Attività Produttive. Il conto alla rovescia è cominciato. Il progetto d’incoming c’è, ci sono le risorse e nella prima decade di giugno si farà sul serio. Parola di presidente.
Avete annunciato un nuovo corso per il marmo. In cosa si concretizza? E quali risultati intendete raggiungere?
“Il nuovo corso punta, finalmente, alla promozione del settore. Dopo oltre due anni di pandemia, in cui il mondo si è fermato, noi abbiamo colto l’occasione per mettere le basi su diverse iniziative da un punto di vista promozionale. L’unicità della nostra materia prima è già conosciuta e richiesta da decenni in diverse parti del mondo, soprattutto in Nord Africa e Medio Oriente. Adesso, abbiamo scelto di puntare su una campagna promozionale che mira a diversificare e ad ampliare la nostra clientela e tra meno di un mese ospiteremo nelle nostre aziende e nelle nostre cave una delegazione di buyers provenienti dal Nord Europa. Abbiamo, infatti, partecipato ad un bando della Regione Siciliana e ci siamo aggiudicati il finanziamento di questo progetto di incoming. Sarà una tre giorni ricca di appuntamenti, organizzati in collaborazione con Verona Fiere. Il nostro obiettivo è valorizzare sempre di più il nostro prodotto facendone conoscere tutte le molteplici possibilità di utilizzo, mirando ad avere un valore aggiunto sempre più elevato e puntando oltre che sulle quantità anche e soprattutto sulla qualità. Ma non solo, un altro nostro obiettivo è quello di lavorare su nuove sperimentazioni e nuovi utilizzi dei residui di cava e della lavorazione del marmo, aggiungendo non solo valore ma cercando soprattutto di ridurre gli impatti da un punto di vista ambientale”.
La concorrenza internazionale è sempre più dura. Quali sono gli ostacoli da superare per essere più competitivi?
“La concorrenza per il nostro settore non esiste se guardiamo al prodotto con le caratteristiche che lo contraddistinguono. L’esclusività del nostro prodotto si evidenzia nella durezza, nella resistenza, nel colore, nella sua versatilità e nel trattamento che soltanto decenni di esperienza e macchinari all’avanguardia possono garantire. Di questo non possiamo che essere grati ai grandi cavatori e imprenditori che negli anni si sono susseguiti nella scoperta di nuovi giacimenti di questi preziosi materiali, che hanno caratterizzato la storia della nostra provincia e della nostra regione e che, malgrado le molteplici difficoltà, caratterizzano ancora oggi il nostro territorio, generando fatturato e occupazione. La concorrenza esiste, purtroppo, quando, rapportandoci con i nostri competitors stranieri, denotiamo una differenza abissale in termini di tassazione, di costi di produzione e di infrastrutture che, da noi, non esistono. Le aziende sono costrette a scontrarsi con un sistema burocratico, soprattutto regionale, che tutto fa tranne che agevolare l’impresa nel normale svolgimento della propria attività lavorativa. Escluse queste criticità che inficiano drasticamente le attività nel nostro settore, penso che la concorrenza non possa che essere motivo di crescita”.
Gli attuali numeri del settore cosa dicono in termini di aziende, occupazione e fatturato? E qual è l’asticella da superare?
“Dal mio punto di vista non c’è una vera e propria asticella da superare, se non quella di provare a migliorare noi stessi cercando di puntare sempre su formazione, innovazione, e soprattutto sui cambi generazionali se vogliamo provare a stare al passo coi tempi. I numeri del nostro settore, invece, pretendono rispetto e attenzione da parte della politica, con azioni importanti e costanti e non con continue campagne elettorali mascherate da interventi spot, soprattutto nei confronti della mala burocrazia dalla quale anch’essa ne è ostaggio. Basti pensare che in Sicilia, escluso l’indotto, si contano circa 6.000 addetti operanti nel settore lapideo. Settore in cui insistono 140 cave attive di materiali lapidei di pregio e pietre ornamentali e 570 tra aziende di trasformazione e laboratori. Inoltre, è un settore che genera un fatturato di oltre 200 milioni di euro annui, di cui 100 milioni destinati all’export, 31 milioni dei quali solo nella provincia di Trapani, dato ormai pressoché stabile negli ultimi 4 anni rispetto alle flessioni degli anni precedenti”.