Ieri l’annuncio in conferenza stampa della nascente linea di Aereoitalia che opererà con tre voli giornalieri. Il presidente della Regione Schifani: “Cartello Ryanair-Ita va contrastato con decisione”
PALERMO – Nessuna “guerra dei cieli”, ma solo lo sforzo di dare uno stop all’inaccettabile caro-voli che ha segnato il trasporto aereo da e per la Sicilia non solo durante le scorse festività natalizie ma anche, come se non fosse bastato, in quelle del periodo pasquale.
È la posizione con cui la Gesap, l’ente di gestione dell’aeroporto Falcone e Borsellino, e la regione Siciliana accolgono l’avvio prossimo venturo dei nuovi voli da Palermo a Roma operati da Aeroitalia, la compagnia tricolore lanciata nel 2022 dall’ex consulente del ministero delle Infrastrutture Francesco Gaetano Intrieri con il sostegno economico del banchiere ebreo-polacco Germán Efromovich.
Il collegamento da Palermo con la Capitale, presentato alla stampa ieri dopo l’annuncio poco più di un mese fa a Palazzo d’Orleans, sarà attivo dal 1 giugno. E si inquadra sia nell’ottica di implementazione del network della piccola compagnia con sede a Roma, sia nell’esigenza di allargare la concorrenza per offrire tratte aeree a prezzi più ragionevoli.
I voli giornalieri, operati con aeromobili Boeing 737-800 da 189 posti, saranno tre: il primo alle 7 mattino, seguito da quello delle 11.30 e da un collegamento serale alle 19, con ritorno da Roma alle 21. In questo modo lo scalo palermitano vede salire a 16 il numero di collegamenti effettuati ogni giorno da e verso la Capitale: un momento importante perché finalmente il costo di questa tratta, frequentata da tanti studenti fuori sede, da persone che si spostano per ragioni mediche, orbiteranno su un prezzo di partenza di 70 euro. Una quota conveniente che, come è ovvio nel mercato, tenderà a aumentare mano a mano che ci si avvicina al giorno della partenza. Ma che, come assicurano dalla nuova aerolinea, non arriverà mai ai costi assurdi, superiori anche ai 400 euro, toccati di recente dalle altre due aerolinee concorrenti, Ryanair e Ita. “L’augurio – aggiunge Vito Riggio, ad di Gesap – è che questa compagnia aumenti il più possibile i voli dalla Sicilia su destinazioni nazionali perché la concorrenza reale è l’unico rimedio all’oggettivo strapotere, espresso, anche con atteggiamenti arroganti, da Ryanair, forte di una flotta di 565 aerei”.
Il caso dell’abbandono dell’aeroporto di Comiso da parte della compagnia irlandese lo ha del resto dimostrato in maniera eclatante. Adesso anche il piccolo scalo degli Iblei è incluso nel piano di sviluppo di Aeroitalia. “Comincia una fase importante per la nostra compagnia che insieme con la Sardegna ha adesso anche nella Sicilia la sua principale base operativa – dice Intrieri. Abbiamo cominciato a volare da un anno e abbiamo chiuso il 2022 con un leggero utile e riscontri lusinghieri sulla puntualità dei nostri aerei: oltre il 97% sono atterrati in orario”.
“Carte in regola per affrontare una sfida non certo facile, perché a differenza della Sardegna, il cui trasporto aereo civile gode della continuità territoriale, quello della Sicilia – aggiunge Intrieri – è un mercato libero e negli ultimi tempi purtroppo distorto dai tariffari speculativi, che giocano sulle problematiche dell’insularità. Nel nostro caso questo non accadrà mai”.
Una volta entrato a regime anche da Palermo, la compagnia fa sapere ridurrà anche il costo della tariffa andata e ritorno su Roma in giornata. “Il cartello di fatto che ha visto allinearsi Ita a Ryanair va contrastato con decisione e chiarezza – ha detto il presidente della regione Renato Schifani – Nei giorni scorsi, tra l’altro, è sembrato che Ryanair abbia abbassato di quattro volte il prezzo di un suo volo operato nella stessa fascia oraria di Ita: anche se si tratta di un caso isolato, si tratterebbe di manovre di ‘dumping’ (ossia quelle che una compagnia economicamente solida si può permettere di attuare per scalzare dal mercato la concorrenza di quella più fragile, ndr) ricorrenti nel trasporto aereo internazionale ma che mi auguro non si verifichino in quello siciliano”.