Qui il meglio del peggio delle hit che hanno segnato un anno di coronavirus. Ma Palermo non è solo questo. Tanti gli esempi di iniziative lodevoli.
Tutto era cominciato il 12 aprile 2020, il lunedì della grigliata proibita per pasquetta sui tetti del quartiere Sperone di Palermo, di quel “virus cornuto” che ancora oggi non va giù a nessuno, specie ai palermitani.
Proprio gli abitanti del capoluogo, durante tutto l’arco della fase più acuta della pandemia, non si sono tirati indietro a sketch esilaranti: proprio loro sono diventati il simbolo del trash italiano per eccellenza.
Dopo la gran voce “Matteeooh!” infatti ci ha pensato Angela Chianello, in arte “Angela Da Mondello”, che nel corso delle sue apparizioni tragicomiche a “Live – Non è la D’Urso” ha meglio di chiunque altro incarnato gli aspetti più fondativi del grottesco panormita.
Ultimo, ma non per importanza, l’hotel dell’amore, la storia del tradimento consumato presso l’Hotel Eufemia di Palermo che ha coinvolto una coppia ieri sera ospite nel salotto domenicale più famoso della tv, ossia quello di “Live – Non è la D’Urso”, passata ormai alle cronache come la storia in cui: “L’amore trionfa sempre”.
E dato che in molti stanno ancora scartando i cioccolatini regalati a San Valentino, meglio interrogarci su altre questioni, chiedendoci semmai se sia l’informazione “confezionata dall’alto” ad essere scadente perché declinata ad un mediocre gusto per il tragicomico, o se Palermo sia questa e non può essere dipinta altrimenti.
L’eco ottenuto da notizie fiore all’occhiello della città non regge il confronto, in termini di visual e condivisioni online, con il made in trash: si pensi alla scoperta da parte dei ricercatori del dipartimento di discipline chirurgiche, oncologiche e stomatologiche del Policlinico di Palermo del punto debole delle cellule staminali che alimentano la crescita delle del tumore al colon. La scoperta, pubblicata dalla prestigiosa rivista ‘Gut’, si basa sul ritrovamento di un recettore che partecipa con altri recettori alla crescita del tumore.
O ancora, ad un livello etico, le campagne di sensibilizzazione e crowfounding come quella a sostegno di Toni Amurige, 34enne palermitano affetto da un cancro che interessa l’addome. La famiglia ha lanciato lo scorso gennaio una raccolta fondi su GoFundMe; l’obiettivo: quota 200 mila euro. E i palermitani hanno risposto presente.
Una città dai mille volti Palermo, pirandelliana come “Uno, nessuno e centomila”, che sprofonda nel baratro se si guarda ai recenti casi di cronaca nera, come il femminicidio di Piera Napoli – la cantante neomelodica barbaramente accoltellata dal marito lo scorso 7 febbraio – o ancora il delitto di Caccamo, dove a perdere la vita è stata l’appena diciassettenne Roberta Siragusa.
E ancora le altre issues che hanno investito il capoluogo palermitano, sotto la spietata e costante lente d’ingrandimento dei media nazionali: abusi e molestie nel campo del modelsharing, il suicido della piccola Antonella per il tragico gioco su ‘Tik Tok’ .
Mai come in questi mesi Palermo è stata dominata da un’atmosfera così surreale. Ai palermitani il compito di rinnovare la propria immagine, prima ancora che giunga primavera, riscattando il proprio local brand per una città, Palermo appunto, storico crocevia di “dominazioni diverse” e abituata, quindi, a sempre nuove sensibili spinte culturali.
Gioacchino Lepre