Nell’immaginario popolare l’arte magica è spesso associata alle donne – fattucchiere o guaritrici – eppure la storia isolana mista a leggenda custodisce anche figure maschili capaci di lasciare un segno nella mondo esoterico. Questa ricerca mi ha condotto alla scoperta di tre nomi, distanti per epoca e natura, ma uniti dal fascino oscuro che hanno esercitato sul territorio. Cominciamo dal più antico dei maghi siciliani: Eliodoro.
Vissuto ai piedi dell’Etna nell’VIII secolo, ambizioso cristiano ma mancato prefetto, si sarebbe convertito alle arti oscure grazie a un manoscritto donato da uno stregone ebreo, arrivando persino a invocare il Diavolo. Dotato di poteri straordinari e pericolosi, avrebbe plasmato dalla lava incandescente l’elefante simbolo di Catania, il celebre “Liotru”, cavalcato per le vie della città tra malefatte e illusioni. La sua fine, come la sua vita, rimane avvolta nelle ombre di un mito indelebile.
Il viaggio continua con un altro mago, stavolta forse più reale e famigerato, il quale scelse la Sicilia come scenario dei suoi rituali: l’occultista inglese Aleister Crowley. Noto come “la Grande Bestia 666”, fondò negli anni Venti la sua Abbazia di Thèlema a Cefalù, trasformando una villetta isolata in un centro iniziatico di pratiche esoteriche. Tra rituali enigmatici, scandali, ospiti eccentrici e la morte misteriosa di un giovane studente, la presenza del mago attirò l’attenzione delle autorità fino all’espulsione ordinata da Mussolini nel 1923.
E concludiamo con una figura ben più recente, l’enigmatico Mago Giusa, comparso sui muri e nelle tv locali della costa ionica dagli anni Ottanta. Di lui rimangono soltanto poster, ricordi confusi, testimonianze familiari e un’aura di truffe e superstizione che lo ha trasformato nel tempo in un vero e proprio meme popolare. Un mago senza storia ufficiale, si dice sia scomparso, o che qualcuno abbia preso il suo posto; si dice abbia ingannato molti, ma soprattutto che sia diventato un mito locale, un fantasma contemporaneo della magia siciliana.

