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Da Grillo a Benigni

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giovedì 22 Aprile 2021

Evidentemente questo è il millennio dei comici in politica. Stiamo parlando della proposta del Presidente dell’assemblea regionale siciliana...

Evidentemente questo è il millennio dei comici in politica. Stiamo
parlando della proposta del Presidente dell’assemblea regionale siciliana di
fare per il prossimo futuro un’aggregazione di tutti da sinistra a destra, che
non potendo chiamarla governo Draghi, anche perché non c’è un Draghi
disponibile, la si potrebbe chiamare Giuditta. E qua si evoca il mitico alfiere
della comicità Toscana, molto vicino alla sinistra italiana.

Ora uno può cercare di capire tante cose ma evocare comici
in politica dopo lo sfogo di Beppe Grillo, non mi sembra un esercizio di
comunicazione fortunato. È vero che la politica italiana è finita in
barzelletta, che all’estero ridono di noi da molti anni, ma è proprio
necessario in un momento in cui ancora arranchiamo con i vaccini, le sofferenze
e le ansie delle famiglie sono tante, molti italiani senza “ventisette” pubblico
sono disperati, dico è proprio necessario metterla in boutade?

Perché che alle prossime elezioni regionali dei partiti
diametralmente opposti, che finora si sono detti di tutto e di più, vadano a
braccetto insieme è una cosa possibile?

Il riferimento che fa Miccichè al governo Draghi è fallace.
L’Italia è una Repubblica parlamentare ed il governo viene mandato ad ottenere
la fiducia in Parlamento dopo un incarico dato dal garante dello Stato, che è
il presidente della Repubblica.

Oltre al fatto che in Sicilia non abbiamo un garante arbitro
come Mattarella, il governo regionale viene eletto tramite una elezione diretta
del Presidente della Regione. Già la vedo duretta a mettere insieme una
coalizione di centrodestra e di centrosinistra, figuriamoci a fonderle fra loro
e a farle scegliere un presidente che verrebbe eletto direttamente.

Si tratta ovviamente di una provocazione, che però produce
immediatamente l’effetto di far litigare i partiti del centrodestra, tra
Musumeciani e non. Una proposizione del genere ovviamente affossa le chance di
una ricandidatura di Musumeci. Questo potrebbe essere il movente direte voi.

Peccato che dopo l’intervista firmata dall’ormai mitico
cirneco di Vizzini, il miglior fiuto su piazza, arrivi subito dopo un’ansa in
cui “non c’è niente di meglio del governo Musumeci in circolazione”. Firmato
Miccichè.

A questo punto siamo su scherzi a parte. Questo fa sì che
l’opinione pubblica si disorienti e ritenga sempre di più la politica un
cabaret. Il problema è che il cabaret ha portato Grillo, quello del video
raccapricciante, ad un passo dal Quirinale e Di Maio ad un passo da Palazzo
Chigi.

Le barzellette sono buone se fanno ridere queste fanno cascare le braccia.

Gatto Silvestro

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