Con la convincente vittoria sul Crotone il Catania ha blindato, almeno fino al prossimo turno, il primato solitario in classifica. Un primato guadagnato grazie ad un impetuoso e costante percorso di crescita che, iniziato nel mese di ottobre, ha conosciuto solo un momento di stop nella trasferta di Casarano. La sconfitta maturata in terra pugliese è stata, tuttavia, ben metabolizzata dal gruppo rossazzurro, che nelle successive tre partite ha dimostrato di aver lavorato su quei limiti emersi al “Capozza” che – al netto delle rivedibili decisioni arbitrali – erano stati alla base della battuta d’arresto. Il miglioramento costante della squadra è stato più volte sottolineato dal tecnico Toscano nelle conferenze stampa, pre e post partita, delle ultime settimane. Proprio il recente successo sui pitagorici, poi, può essere considerato un importante punto di riferimento per capire quanta strada sia stata fatta dall’inizio della stagione a oggi. La gara d’esordio, infatti, aveva visto il Catania, autore di una prestazione convincente ma con alcune pecche nei momenti decisivi, soccombere al cospetto dei ragazzi di Longo. Quindi, al netto delle ovvie differenze tra il calcio d’agosto e quello di dicembre, le due sfide possono essere una buona cartina tornasole per sintetizzare il cammino fin qui fatto dagli etnei. Guardando a questo cammino in campionato come un viaggio, viene subito alla mente un’efficace metafora che è stata centrale nelle analisi di Toscano: quella dello zainetto, del bagaglio da riempire di elementi utili al raggiungimento degli obiettivi. Non sappiamo se la scelta del termine sia voluta o casuale, ma chi ha vissuto le vicende rossazzurre degli ultimi anni non può ripensare a quando, quello stesso termine, era usato per una metafora di ben altro tenore. Siamo nel novembre 2023, il Catania sta affrontando in maniera non troppo esaltante la prima stagione in C dell’era Pelligra.
Lo zainetto di Lucarelli
L’avvio stentato porta al tardivo esonero di Luca Tabbiani, al suo posto Cristiano Lucarelli (alla sua terza esperienza sulla panchina rossazzurra). Nella conferenza stampa di presentazione il tecnico livornese racconta che, una delle prime cose dette ai giocatori è stata di “togliersi quello zainetto da cento chili che ognuno di loro ha sulle spalle”. Un concetto, questo, usato per rendere l’idea di quanto pesasse, allora, la responsabilità di giocare per il Catania in Serie C, di quanto fosse difficile gestire una situazione complicata, figlia di prestazioni e risultati non all’altezza delle aspettative della piazza, del blasone della squadra, del valore economico della proprietà. Una metafora su cui Lucarelli, nel corso della sua esperienza conclusasi poi con l’esonero dopo la dura sconfitta di Avellino nel marzo successivo, sarebbe tornato più volte (soprattutto nelle prime fasi, quando le cose sembrano andare per il meglio) per spiegare come, passo dopo passo, il fardello si stava alleggerendo. La missione non andò in porto e quella 2023/2024 sarà, probabilmente, ricordata come una delle stagioni più assurde nella storia del Catania, con la conquista della Coppa Italia di C e l’amara eliminazione ai playoff da un lato, e la salvezza matematica conquistata solo all’ultima giornata dall’altro. Non vogliamo, chiaramente, mettere a confronto i due tecnici e le loro capacità né, tanto meno, paragonare momenti storici e situazioni del tutto differenti. Anzi, probabilmente, era assolutamente vero ciò che diceva all’epoca Lucarelli.
Lo zainetto di Toscano
A colpire, però, è proprio il cambio di paradigma nell’analizzare il percorso della squadra, i traguardi ottenuti e quelli ancora da raggiungere. Un cambio di paradigma che esprime ciò che, finalmente, quest’anno sembra essere cambiato rispetto al recente passato. Da una campagna acquisti importante e funzionale (seppur con qualche piccola mancanza che, questa è la sensazione, verrà colmata a gennaio) alla capacità di intervenire nel tentativo di risolvere tempestivamente ciò che non va. Si pensi, ad esempio, alle importanti novità che hanno riguardato lo staff sanitario societario, arrivate proprio in conseguenza dello stillicidio di infortuni (vecchia piaga per il Catania) che, nelle fasi iniziali della stagione, aveva contribuito a determinare una “mini” crisi fatta di quattro giornate senza successi. Ma soprattutto è evidente la presenza di un gruppo granitico, di uno straordinario collettivo capace di compattarsi e di tirare fuori il meglio, specie nei momenti di difficoltà. Uomini prima che calciatori, amici prima che compagni di squadra. Certo, ancora c’è tanto su cui lavorare e sono diverse le situazioni su cui, dalla proprietà ai giocatori passando per società e allenatore, tutti devono migliorare. Guardando al campo la più urgente sembra quella di saper cambiare corso alle partite quando qualcosa non va e quando capita di andare sotto nel risultato. Non una “mission impossible”, ma un traguardo alla portata del gruppo. Un altro elemento da mettere nello zainetto, non un peso ma una risorsa in più. Un altro elemento per continuare a viaggiare lungo i sentieri migliori, quelli che portano a raggiungere tutti gli obiettivi più ambiziosi.
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