Da oggi 600 euro in più e il sogno stabilizzazione: chi sono e cosa fanno i 4mila precari Asu - QdS

Da oggi 600 euro in più e il sogno stabilizzazione: chi sono e cosa fanno i 4mila precari Asu

redazione

Da oggi 600 euro in più e il sogno stabilizzazione: chi sono e cosa fanno i 4mila precari Asu

Chiara Billitteri  |
mercoledì 22 Marzo 2023

Scatta l'integrazione oraria approvata in Finanziaria, mentre l'assunzione è stata stoppata dal Consiglio dei Ministri. Alla Regione costeranno 17 milioni l'anno.

Non è ancora una stabilizzazione, ma da oggi, gli oltre 4000 precari Asu siciliani si vedranno in busta paga circa 600 euro in più ogni mese.

E’ scattata, infatti, l’integrazione oraria che è stata proposta e poi approvata in finanziaria regionale, grazie ad un emendamento firmato da Carmalo Pace e Ignazio Abbate della Democrazia cristiana all’Ars, e Marco Intravaia di FdI: fino a 36 ore settimanali di lavoro, anziché le “vecchie” 20 ore, che garantivano ai lavoratori un sussidio di 607 euro al mese.
“Non si poteva di certo chiamare stipendio – commenta il capogruppo della Dc all’Ars Carmelo Pace – anche perché purtroppo questi lavoratori, purché in regola, non hanno diritto ad alcun contributo pensionistico ne’ agli altri vantaggi di avere un contratto in regola. Sono come dei lavoratori in nero legalizzati”.

Dove lavorano

Gli Asu sono infatti in forze a diversi “enti utilizzatori”: circa tremila lavorano nei Comuni svolgendo mansioni a basso profilo come la manutenzione delle strade, delle strisce pedonali, la pulizia dei marciapiedi. Settecento lavorano nel comparto privato-sociale, e cioè in cooperative, chiese, altri 300 sono invece lavoratori che dipendono dall’assessorato ai Beni culturali e lavorano nei parchi e nei musei regionali, per i quali svolgono mansioni come custodi, ad esempio.

Quanto costano alla Regione

Avendo finora percepito un sussidio, sono stati a carico dell’Inps, ma con l’emendamento della Dc, da oggi la Regione impegna circa 17 milioni l’anno, intanto per tre anni, per integrare le ore di lavoro settimanali e concedere a questa platea di lavoratori un aumento “purtroppo solo di stipendio e non di diritti”, commenta ancora Pace.

La lunga strada verso la stabilizzazione

Sì perché la strada per la stabilizzazione è ancora lunga. Non tanto per un problema di impegno di spesa, e cioè di soldi, ma perché per ottenerla deve esserci un procedimento legislativo che è ancora bloccato. Nella scorsa legislatura, infatti, l’Assemblea regionale aveva proposto con un disegno di legge la loro stabilizzazione in finanziaria, ma il Consiglio dei ministri, lo scorso maggio, ha impugnato quella norma in forza del precedente accordo tra Stato e Regione che impegnava la Sicilia a rispettare alcuni parametri finanziari, tra i quali lo stop alle assunzioni. Qualche giorno fa, su quell’impugnativa dello Stato si sarebbe espressa la Corte Costituzionale, che allo Stato ha dato ragione.

Pace (Dc): “Ci riproveremo”

“Questa però non è una sconfitta – ha detto Carmelo Pace al Qds – stiamo infatti aspettando le motivazioni della sentenza, e a quel punto prenderemo spunto dalle ragioni della Corte per riproporre la stabilizzazione nel rispetto della sentenza”.

“Intanto – aggiunge – abbiamo raggiunto, grazie ad una nostra iniziativa in commissione e al lavoro d’aula, insieme al presidente Schifani ed all’assessore Albano, il primo, importante, obiettivo: garantire uno stipendio più dignitoso a 4.000 lavoratori che da oltre 25 anni danno un notevole contributo negli enti utilizzatori. È stato un mio preciso impegno della recente campagna elettorale, sono orgoglioso di aver mantenuto la promessa con tutti gli interessati. È un primo traguardo, e siamo soddisfatti perché daremo dignità a 4000 famiglie ma puntiamo ad un obiettivo ancora più ambizioso: la stabilizzazione. Siamo pronti a condurre una battaglia politica per ottenere, finalmente, il lavoro a tempo indeterminato per gli Asu, per garantire a queste famiglie la serenità che meritano”.

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