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Da Pnrr e Pnc 128,6 milioni per il futuro dell’Università di Palermo

Da Pnrr e Pnc 128,6 milioni per il futuro dell’Università di Palermo

Sono ventuno i progetti finanziati nell’ambito del Pnrr e del Piano per gli investimenti complementari. Il rettore Midiri: “Migliorare le condizioni di vita del nostro territorio”

PALERMO – L’Università parteciperà a ventuno progetti nazionali, finanziati con il Pnrr e con il Piano nazionale per gli investimenti complementari per 128,6 milioni di euro, di cui sarà anche centro Hub per la medicina di precisione, denominato Heal Italia. Ad annunciarlo, è stato il rettore dell’Ateneo, Massimo Midiri, che ha illustrato la centralità ottenuta dall’Università palermitana negli ultimi anni.

“Abbiamo raccolto i frutti – ha spiegato in esclusiva per il QdS Andrea Pace, prorettore alla Ricerca di UniPa – di più di un anno di programmazione e di progettazione che ha coinvolto oltre trecento persone dell’Ateneo di Palermo. Questa progettazione è stata di ampio respiro: dalla ricerca di base a quella applicata per trasferire la tecnologia più avanzata anche al mondo delle imprese. Si tratta di risorse che sono messe a terra attraverso delle azioni mirate. Tuttavia, ciò che è importante, è la sinergia che si è creata tra tutte le azioni portate avanti all’Università, con una visione di collegamento fra i vari progetti che potrà mettere a sistema non solo le conoscenze acquisite, ma anche la formazione professionale per le future generazioni di professionisti”.

Le attività sono partite il primo settembre, mentre altre seguiranno fino a fine dicembre a seconda i bandi. La durata dei progetti va da 12 a 48 mesi fino al 31 dicembre 2026, scadenza naturale prevista dall’Europa per la conclusione del Pnrr stesso.

“I principali progetti d’intervento – ha spiegato il rettore Midiri – riguardano numerosi settori. È chiaro che abbiamo una netta prevalenza dei progetti riguardanti la vita, da quelli prettamente medici a quelli dedicati alla sostenibilità, alla mobilità sostenibile, all’economia circolare e alla crescita verde. Il dato più importante di questo enorme flusso finanziario di 128 milioni di euro, è il tentativo di creare qualcosa che modifichi il territorio. L’obiettivo che lo Stato si è posto, è di creare delle infrastrutture che restino al di là dell’esecuzione del progetto e che permettano un miglioramento delle condizioni di vita del nostro territorio. Se si pensa che questi progetti porteranno grandi quantità di attrezzature e alla formazione di 140 ricercatori e cento dottorandi, significa che Palermo si arricchirà di una componente professionale unica”.

“Saranno questi professionisti – ha aggiunto – a gestire le complesse attrezzature in arrivo e questo deve innescare un circuito virtuoso che non finisce quando termina il progetto, ma si mantiene nel tempo, divenendo centri d’importanza. Infatti, abbiamo un centro Hub, quello sulla biodiversità che dovrebbe diventare un punto di riferimento nazionale sul tema dell’ambiente. Siamo centri spoke in numerosi progetti, invertendo l’immagine dell’Università di Palermo come un Ateneo provinciale. È chiaro che si porrà un problema di spazi e di sedi. Stiamo già interloquendo con il Comune di Palermo, abbiamo già fatto richieste alla Regione perché è un’occasione imperdibile”.

L’obiettivo finale, dunque, è di imprimere uno sviluppo imponente sul lungo periodo per il tessuto economico-sociale palermitano. Tra i progetti partecipati come centro Spoke, si annota il Samothrace (Sicilian Micro and Nano Technologies Research and Innovation Center-Centro siciliano delle ricerche e delle innovazioni delle micro e nano tecnologie), mentre si rileva come centro Hub il già citato Heal Italia (Health Extended Alliance for Innovative Therapies, Advanced Labresearch, and Integrated Approaches of Precision Medicine).