Mostri marini o dee ammaliatrici, le sirene continuano ancora a nuotare tra letteratura e immaginario collettivo, e soprattutto in Sicilia, terra cetaria di tonnare e trappole per orcheferoni alla D’Arrigo, pare siano sfuggite alla rete della dimenticanza. Ma se da un lato queste ibride creature si sono mantenute nello spazio e nel tempo, dall’altro hanno mutato la loro forma.
Nell’Odissea sono demoni alati dal volto di donna e il corpo d’uccello, nel Medioevo, donne-pesce, bellissime e silenziose, nella modernità sono capaci di parlare, di scegliere, e di amare. Tra i tanti che hanno narrato di sirene siciliane troviamo Tomasi di Lampedusa, con il racconto La Sirena, dove un giovane giornalista siciliano stringe amicizia con un anziano professore, Rosario La Ciura. Questi gli rivela un segreto straordinario: da giovane, avrebbe vissuto un amore impossibile con una vera sirena. Poco dopo La Ciura finirà in mare in un simbolico ricongiungersi a quell’elemento, a quella figura mitologica.
Di sirene siciliane ci racconta anche Gianni Rodari
Di sirene siciliane ci racconta anche Gianni Rodari con La sirena di Palermo, inserito nel Libro degli errori, la cui protagonista Marina, una bimba-sirena, racconta storie ai bambini di un quartiere palermitano, diventando fonte di gioia e fantasia. E ancora Mari Savi-Lopez nelle Leggende del mare con la Sirena di Modica che appare solo alla nascita di bimbi sfortunati, e Pitrè nelle novelle La figghia di Biancuciuri e Lu pisci Russu.
A indagare queste creature del meraviglioso siciliano anche l’albo illustrato Sirene di Sicilia e del Mediterraneo con le illustrazioni di Nadia Ruju e i testi di Anna Di Mauro pubblicato da Lunaria Edizioni. C’è dunque un filo che lega le sirena al rito dell’acqua, al femminile, ad un tempo remoto che si confonde nel simbolo, come la sirena di Maurizio Rosenzweig al centro del manifesto del Palermo Comic Convention ispirata alle incisioni rupestri delle Grotte dell’Addaura. Cosa sono, allora, le sirene? Creature emerse dal mare del tempo, sfuggite all’amo della fantasia. Sono parte della memoria profonda di un’isola ibrida che, come loro, è metà terra e metà sogno.

