Il rettore Cuzzocrea ha avanzato l’ipotesi dell’acquisto della struttura, da anni abbandonata a se stessa. Il progetto: realizzare un complesso residenziale riservato agli studenti
MESSINA – Per il momento è solo una proposta di acquisto che il Consiglio di amministrazione dell’Università di Messina ha approvato, ma presto potrebbe concretizzarsi in una transazione che mette fine al degrado ultradecennale dell’ex hotel Riviera.
Si potrà finalmente dare una nuova vita all’edificio di sei piani sul viale della Libertà, affacciato sul mare, che la Città metropolitana tenta da anni inutilmente di vendere, tra operazioni fallite all’ultimo momento e bandi andati deserti.
Il rettore Salvatore Cuzzocrea propone l’acquisto per tre milioni e mezzo di euro e vuole farne un complesso residenziale per gli studenti UniMe e dare così una risposta a tutti quei giovani fuori sede che non trovano una collocazione all’interno delle strutture messe a disposizione dall’Ateneo. La sua collocazione strategica rispetto alle sedi anche decentrate delle facoltà, servita da tram, autobus e gli imbarcaderi e la stazione a due passi, la rende sede ideale per una residenza universitaria. È il secondo acquisto importante dell’Università dopo quello effettuato lo scorso anno del palazzo della ex Banca d’Italia per sei milioni e mezzo di euro.
La Città metropolitana dovrà accontentarsi di un introito di gran lunga inferiore rispetto alle cifre proposte negli anni, dalle manifestazioni di interesse pubblicate, da 11 milioni di euro fino a 7 milioni e mezzo di euro quando, siamo a gennaio 2020, l’Iacp si era mostrato interessato ad acquisirlo.
La partecipazione alla procedura di acquisizione dell’immobile però doveva “avere l’autorizzazione dell’assessorato regionale alle Infrastrutture, Trasporti e Mobilità, all’utilizzo dei fondi previsti dalla legge 560/1993”. Era anche “subordinata alla concessione del finanziamento per il recupero edilizio del bene al fine di destinarlo alla realizzazione di circa 45 mini alloggi da destinare a giovani coppie, parcheggi e servizi annessi”. Non se ne fece nulla così come si era prima arenata l’ipotesi avanzata dal sindaco Cateno De Luca, di acquistarlo attraverso Arisme e trasformarlo in appartamenti per le famiglie delle aree di risanamento, un operazione dai costi esorbitanti che si è arenata, sommersa da tutta una serie di polemiche.
Il “Riviera Grand Hotel” segnò negli anni ’60 l’inizio dell’attività del gruppo Russotti. Nel 1991 l’ex Provincia lo acquistò per oltre 30 miliardi di lire, ma versò solo le prime due rate. Seguirono contenziosi ed inchieste giudiziarie. Nel 2003 l’Ente dovette pagare a Russotti altri 7 milioni e 700mila euro. Dopo cominciò il degrado dell’immobile e seguirono una serie di tentativi da parte dell’ente pubblico di liberarsene.
Dopo due bandi andati deserti, con l’immobile valutato dai tecnici 10 milioni di euro, nel 2016 l’ex commissario Filippo Romano decise di optare per una manifestazione d’interesse dov’era prevista la possibilità di una permuta con altro plesso. In questo modo l’ex Provincia avrebbe avuto locali idonei per uffici e per due plessi scolastici per i quali pagava onerosi affitti. L’unica società che rispose al nuovo bando fu la Neptunia Spa, del Gruppo Franza, disponibile a cedere due piani di un plesso di Via Giuseppe Franza, già destinati ad uffici.
I rappresentanti della Neptunia erano anche disponibili a pagare l’adeguamento di parte dei due piani del palazzo, in locali scolastici per una spesa di circa un milione 45mila euro. La Neptunia però chiese un anno, dalla stipula l’accordo preliminare, per risolvere alcuni problemi e per avere riscontri positivi da Comune e Genio Civile sulla realizzazione del progetto di trasformazione del grande immobile di circa 9mila mq, in appartamenti prestigiosi e uffici. Ma prima che si concluse l’anno la società comunicò che non se ne faceva più nulla.
L’ex albergo intanto ha continuato a perdere valore e ad essere un onere per la Città Metropolitana. La struttura è da oltre un decennio nel degrado, rifugio di disperati, mai sfiorata da interventi di manutenzione e adesso serviranno grandi investimenti per trasformarlo, azzardo difficile per un privato.