Da UniPa un progetto in difesa dello squalo grigio nelle Pelagie - QdS

Da UniPa un progetto in difesa dello squalo grigio nelle Pelagie

redazione

Da UniPa un progetto in difesa dello squalo grigio nelle Pelagie

martedì 22 Settembre 2020

Ricercatori del DiStem propongono un codice di condotta per diportisti e subacquei nell'area marina protetta per salvaguardare una specie riconosciuta in pericolo di estinzione ma minacciata dalle attività di pesca

Ogni anno, tra luglio e ottobre, diversi esemplari di squalo grigio si radunano intorno alla piccola e remota Isola di Lampione, nell’Area marina protetta delle Isole Pelagie. Questo fenomeno, molto raro in Mediterraneo, è stato studiato per la prima volta da un gruppo di ricercatori del Dipartimento di Scienze della terra e del mare (DiStem) dell’Università di Palermo, che per due anni hanno filmato gli squali nel loro ambiente naturale, documentandone il comportamento e le interazioni con subacquei e diportisti.

Lo squalo grigio, nome scientifico Carcharhinus plumbeus, è una specie innocua per l’uomo ma gravemente minacciata da attivitàdi pesca e dalla distruzione degli habitat. Per questo motivo è classificata come specie “in pericolo di estinzione” nel Mar Mediterraneo dall’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura. Se intensamente disturbati da subacquei e imbarcazioni, gli squali si mostrano più nervosi ed intimoriti sino ad abbandonare i fondali dell’isola, dirigendosi verso zone in cui sono più vulnerabili alla pesca”, afferma Marco Milazzo, responsabile del progetto.

“Per evitare che questo avvenga il nostro progetto propone l’applicazione di un codice di condotta, rivolto a diportisti e subacquei, per promuovere comportamenti responsabili che riducano al minimo le interazioni negative tra gli squali e l’uomo”, aggiunge Carlo Cattano. “Utilizzando sistemi di campionamento video, questionari per subacquei, pescatori e turisti, ed incontri pubblici di informazione e sensibilizzazione, vorremmo promuovere un approccio in cui ricercatori, gestori dell’Area marina potetta, operatori diving, e turisti collaborano”, conclude Gabriele Turco del DiStem. Il progetto, supportato dall’Amp delle Isole Pelagie, è stato finanziato dalla French Facility for Global Environment e dalla Fondazione Principe Alberto II di Monaco nell’ambito di un bando MedPan small grants.

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