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BofA: gestori cambiano aspettative Fed, posticipano previsione recessione

Teleborsa  |
13/06/2023 12:10

(Teleborsa) - Gli investitori globali continuano a essere pessimisti sulla crescita economica e pochi pensano che l'economia eviterà una qualche forma di recessione nei prossimi 12 mesi. Ciò nonostante, l'inizio della recessione è stato posticipato al quarto trimestre del 2023 o al primo trimestre del 2014, e il 14% degli investitori - dato in aumento - non vede alcuna recessione nei prossimi 12 mesi. È quanto emerge dal consueto "Global Fund Manager Survey" di Bank of America (BofA).

Il 64% degli investitori si aspetta un "soft landing" per l'economia globale, il 26% dice "hard landing" e solo il 3% si aspetta "no landing".

Tra le previsioni macro, gli investitori sentiti dal Survey hanno rivisto al ribasso le loro aspettative di crescita per l'economia cinese, mentre c'è una forte convinzione che l'inflazione sarà inferiore tra un anno (solo il 2% prevede un'inflazione più elevata).

Nonostante la forte convinzione che la Fed ridurrà i tassi tra un anno, le aspettative sulla prossima mossa della Fed si sono capovolte: il 59% degli investitori pensa che la Fed non abbia finito di inasprire a giugno, un'inversione rispetto a maggio, quando il 61% aveva affermato che la Fed aveva fatto aumentare i tassi. Riguardo le attese per il primo taglio dei tassi della Fed, le aspettative per il secondo semestre del 2023 sono in calo, mentre salgono quelle per il primo semestre del 2024.

Il Global Fund Manager Survey fotografa anche un calo dell'allocation sulla liquidità negli ultimi 8 mesi: diminuita dal 6,3% di ottobre 2022 al 5,1% di giugno 2023 (rispetto al 5,6% del mese scorso). "La liquidità è ancora alta, ma non più altissima e non più contrarian bullish", si legge nella ricerca.

Gli investitori hanno quindi tagliato la liquidità (minimo di 19 mesi), ma anche le azioni (al minimo di 5 mesi) nonostante una " FOMO bull price action", tagliato le materie prime (minimo di 37 mesi), aumentato il settore immobiliare e gli Alternatives.

Le posizioni più affollate sono invece: Long Big Tech (55%); Short China equities (13%); Long Japan equities (8%); Short US dollar (6%); Long T-bills (6%); Short US banks (4%).

I più grandi rischi: l'alta inflazione mantiene le banche centrali aggressive (36%); crisi del credito bancario e recessione globale (22%); peggioramento della geopolitica (ad es. Russia/Ucraina, Cina/Taiwan) (17%); evento creditizio sistemico (13%); bolla AI/tecnologia (9%).

(Foto: Nick Chong su Unsplash)

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