(Teleborsa) – Nel settore della ristorazione – sebbene l’occupazione sia tornata ai livelli del 2019 con 987mila occupati – il 60% degli imprenditori lamenta grosse difficoltà nel reperimento di personale. Nel trimestre in corso ne servono oltre 150 mila ma ci sono difficoltà a trovarle.
Traccia un quadro in chiaroscuro la fotografia scattata dall’Ufficio studi di Fipe, Federazione italiana pubblici esercizi, nel corso dell’ Assemblea Annuale 2023 dal titolo “La ristorazione nella comunicazione. Valori, pregiudizi e strumentalizzazioni”, che si è tenuta oggi a Roma alla quale hanno partecipato, tra gli altri, il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, il Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, il Presidente Confcommercio-Imprese per l’Italia, Carlo Sangalli, e il Presidente di Fipe-Confcommercio, Lino Enrico Stoppani.
Siamo in presenza – viene spiegato – di “un problema che affonda le sue radici nella mancanza di candidati, con specifico riferimento al personale di sala, e che rischia di frenare il percorso positivo intrapreso, sul quale influisce anche il crescente aumento dei consumi fuori casa: sarà, infatti, di 89,6 miliardi di euro correnti la spesa prevista per il 2023, contro gli 83,5 miliardi del 2022. A prezzi costanti siamo, tuttavia, ancora al di sotto dei livelli pre-pandemia”.
Emerge anche che la ristorazione continua ad essere fortemente attrattiva per l’imprenditoria femminile: l’incidenza media delle imprese guidate da donne è infatti del 21,4%. Anche tra i giovani il settore gode di particolare appeal: una impresa su dieci è amministrata da giovani under 35.
Se lo scenario emerso sottolinea una volta ancora la centralità dei Pubblici Esercizi e la rilevanza delle sue 334 mila imprese per l’economia nazionale, il dibattito di oggi ha messo a fuoco il rapporto ambivalente con i mezzi di informazione e comunicazione. Come ha sottolineato nella sua relazione il Presidente di FIPE, Lino Enrico Stoppani, la ristorazione sconta un difetto di inquadratura da parte dei media e della stessa opinione pubblica, che tendono a mettere a fuoco solo gli aspetti più sensazionalistici, trascurando le componenti valoriali, sociali ed economiche. Così mentre si fa grande clamore sul cd. toastgate, poco si parla di imprese, valore aggiunto e occupazione.
L’Assemblea ha avuto dunque l’obiettivo di mettere in luce la necessità di promuovere un nuovo approccio alla comunicazione che coinvolga tanto gli operatori, quanto i professionisti della comunicazione, per stimolare un dibattito scevro da stereotipi e pregiudizi.
“Il settore oggi ha un’esposizione mediatica sempre più marcata al punto che possiamo ben dire che nessun settore è più comunicato del nostro. Se questo porta con sé evidenti benefici in termini di attenzione da parte dell’opinione pubblica è altrettanto vero che nasconde anche molte insidie”, ha dichiarato Lino Enrico Stoppani, Presidente di FIPE-Confcommercio. “Lo storytelling sulla ristorazione – prosegue Stoppani – si ferma solo al primo livello di spettacolarizzazione, accendendo i riflettori sulla parte più “narcisistica” di imprenditori e consumatori o facendo prevalere gli aspetti sensazionalistici sul merito, con una distorsione della realtà, che offusca l’impegno, il sacrificio e i valori di un settore complesso e articolato, che sulla reputazione costruisce la propria esistenza.”
Ristorazione sotto la lente, da occupati a “appeal” su donne e under 35: la fotografia FIPE
