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Superbonus, oneri a carico dello Stato a 76,1 miliardi: coinvolti poco più di 425mila edifici

Teleborsa  |
06/09/2023 14:57

(Teleborsa) - Tra condomini, edifici unifamiliari, unità funzionalmente indipendenti e 6 castelli il numero degli edifici coinvolti nel Superbonus 110% al 31 agosto risultava pari a 425.351, per un totale di investimenti ammessi a detrazione saliti a 85 miliardi di euro, su un totale di investimenti (comprese le somme non ammesse a detrazione) di 86,3 miliardi. Sono alcuni dei numeri resi noti da ENEA nel consueto monitoraggio mensile sul Superbonus che segnala come l'onere a carico dello Stato rappresentato dalle detrazioni maturate per i lavori conclusi risulta essere pari a 76,1 miliardi.

Nel dettaglio, i condomini coinvolti sono 73.837 per 47,2 miliardi di investimenti, 46,9 dei quali ammessi a detrazione. Per i lavori realizzati ammessi a detrazione l'importo è di quasi 34,7 miliardi. Gli edifici unifamiliari coinvolti dalla richiesta di superbonus sono stati 236.473 per 27,77 miliardi di investimenti e 26,99 miliardi ammessi a detrazione (24,56 realizzati). Le unità funzionalmente indipendenti coinvolte sono state 115.035 per 11,3 miliardi di investimenti (11,1 ammessi a detrazione, 10,36 per lavori già realizzati). Per quel che riguarda i 6 castelli aperti al pubblico coinvolti ci sono stati investimenti per 1,69 miliardi, 839 milioni dei quali ammessi a detrazione (725 milioni di lavoro realizzati).

L'importo medio è stato di 639.830 euro per i condomini 117.439 euro per gli edifici unifamiliari, 98.493 euro per gli edifici funzionalmente indipendenti e 281.586 per i castelli.

Superbonus che è tornato tema di discussione negli ultimi giorni dopo che la presidente del Consiglio Giorgia Meloni lo ha definito una "tragedia contabile" in vista della sua seconda manovra finanziaria, e il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, ha affermato che il pensare al superbonus gli fa venire "il mal di pancia": "ha effetti negativi sui conti pubblici, ingessa la politica economica, non lasciando margine ad altri interventi", ha dichiarato al Forum Ambrosetti di Cernobbio.

Ad oggi le norme prevedono che la percentuale di rimborso scenda decisamente, dal 110% fino al 70%, mentre ad inizio agosto il governo Meloni ha concesso una proroga del 110% fino al 31 dicembre 2023 per . In più, i crediti fiscali possono essere ceduti solo se risalgono al 2022, oppure se i lavori sono partiti prima del 17 febbraio 2023.

Quest'anno i requisiti del superbonus 110% sono cambiati diverse volte. A inizio agosto, il governo Meloni ha dato una ulteriore proroga fino al 31 dicembre 2023 per per le abitazioni unifamiliari (ad es. le villette a schiera) che alla data del 30 settembre 2022 avevano completato almeno il 30% dei lavori, per i condomini che avevano deliberato in assemblea il via libera ai lavori entro il 25 novembre 2022, e alle case plurifamiliari con massimo quattro unità residenziali che entro il 25 novembre 2022 avevano inviato la Cilas. Infine, per gli edifici in zone terremotate dal 2009 in poi e in zone alluvionate (purché l'intervento sia legato ai danni causati da terremoto o alluvione), e per gli edifici Iacp (le vecchie "case popolari") in cui i lavori erano almeno al 60% alla data del 30 giugno 2023.

Dal 2024, la quota di rimborso scenderà invece al 70%, e poi ancora al 65% nel 2025. Già da quest'anno, diverse categorie di immobili possono accedere solo al superbonus 90%, con un criterio di reddito fissato a 15mila euro. Ci saranno però alcune eccezioni anche nel 2024. Gli edifici colpiti da terremoti dal 2009 in poi potranno approfittare del 110% fino al 2025, mentre quelli in zone alluvionate potranno usarlo fino a dicembre 2024.

Per quel che riguarda i crediti d'imposta eventualmente accumulati derivati dal superbonus e sono relativi a spese del 2022 possono essere ceduti fino al 30 novembre 2023. Sarà comunque necessario pagare una sanzione di 250 euro per il ritardo, nel momento in cui si cedono i crediti a banche, assicurazioni o altri intermediari finanziari. Per quanto riguarda i crediti d'imposta accumulati nel 2023, invece la cessione del credito e lo sconto in fattura sono riservati a chi ha presentato la Cilas (o la delibera assembleare, per i condomini), dal 1 gennaio al 16 febbraio 2023 (compreso). Si tratta, però, di persone che ricevono il superbonus ridotto al 90%, che prevede dei criteri particolari.

Chi non rispetta questi criteri non può cedere i propri crediti, quindi dovrà riscuoterli direttamente tramite la propria dichiarazione dei redditi Irpef. I crediti si possono diluire in dieci anni in parti uguali – ad esempio chi deve riscuotere 80mila euro di crediti può detrarre 8mila euro all'anno per dieci anni dalla propria dichiarazione dei redditi – ma bisogna tenere conto della propria capienza fiscale. Per legge, infatti, non si può dedurre più di una certa quota dell'Irpef. Ad esempio, se una persona ha il diritto a scalare ogni anno 8mila euro grazie al superbonus, ma quella persona in un anno paga solo 5mila euro di Irpef, evidentemente non potrà detrarre l'intero ammontare di 8mila euro. I soldi in eccesso andranno persi, e non si potranno recuperare nemmeno negli anni successivi.

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