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Carburanti, Antitrust: "Tensioni prezzo per eventi internazionali"

Teleborsa  |
07/07/2023 18:28

(Teleborsa) - "Le tensioni di prezzo registrate dal 2022 in avanti sono da ricondursi in via preminente a eventi eccezionali di tipo internazionale, rispetto ai quali la possibilità di efficaci interventi Antitrust è giuridicamente difficile da configurare, tantomeno a livello nazionale". È quanto afferma l'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (Agcm), nelle conclusioni sull'indagine conoscitiva sui prezzi dei carburanti per autotrazione in Italia e la filiera petrolifera. "Sull'andamento dei prezzi al consumo in Italia – prosegue l'authority – hanno influito in modo significativo anche interventi regolatori eccezionali, in particolare l'applicazione di un temporaneo sconto fiscale sui carburanti attraverso la limitazione delle accise applicate (a partire da marzo 2022), e sua successiva eliminazione (da gennaio 2023) Quanto all'andamento complessivo dei margini lordi, a livello aggregato è emerso un significativo aumento della loro variabilità".

"La rete distributiva nazionale, pur a fronte di una certa riqualificazione – aggiunge l'Antitrust –, continua ad essere caratterizzata da un erogato medio più basso rispetto agli altri principali Stati dell'Ue e si riscontrano al suo interno opacità operative che avrebbero agevolato la diffusione di fenomeni di evasione fiscale e corruzione, rilevati dalle istituzioni competenti. Specificamente per la rete autostradale, dove i prezzi dei carburanti risultano sistematicamente più elevati che sulla rete stradale ordinaria – segnala inoltre l'Agcm –, sono emerse criticità in relazione all'attuale modello concessorio, segnatamente le royalty applicate e gli oneri di servizio richiesti ai sub-concessionari: si tratta di condizioni che, tanto più a fronte del trend di diminuzione dei consumi, sono suscettibili di influire sull'efficienza dei servizi e sui prezzi praticati ai consumatori, nonché sulla stessa sosteni bilità economica per gli operatori".

In tale scenario per l'Antitrust è necessario considerare l'utilità di misure sulla trasparenza dei prezzi in quanto pubblicizzare valori medi potrebbe avere effetti sulla concorrenza. "Misure relative alla trasparenza dei prezzi, per quanto da tempo perseguite nel più generale contesto di liberalizzazione delle attività di distribuzione al consumo, vanno attentamente considerate quanto alla loro effettiva utilità e al rapporto costi/benefici – sottolinea l'Antitrust –. In particolare rispetto all'utilizzo degli strumenti di comparazione dei prezzi già esistenti, dalla survey è emerso come alcuni di tali strumenti, in particolare il sito internet 'Osservaprezzi', potrebbero essere migliorati per consentire un loro maggior utilizzo. Recenti previsioni normative (in particolare d.l. n. 5/2023 e atti conseguenti) sono da apprezzare nella misura in cui consentono taluni miglioramenti, in particolare la possibilità per l'utente di impostare una ricerca sulla base di propri criteri di scelta, mentre altre misure ivi previste, specificamente la pubblicizzazione di prezzi medi rispetto ad ampie aree geografiche, non risultano di particolare utilità per i consumatori oltre a prestarsi ad un potenziale utilizzo da parte delle imprese come 'prezzo focale', in possibile pregiudizio per la concorrenza".

"Le conclusioni dell'indagine conoscitiva dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato sui prezzi dei carburanti per autotrazione in Italia e sulla filiera petrolifera, appena pubblicato, confermano che, come a suo tempo da noi evidenziato, le tensioni registrate sui prezzi nel corso del 2022 ed a inizio 2023 non erano in alcun modo riconducibili a comportamenti scorretti da parte delle aziende del settore, ma dovute alle fluttuazioni del mercato globale dei prezzi petroliferi e, in particolare, all'eliminazione dello sconto delle accise intervenuto ad inizio 2023". Questo il commento dell'Unem alle conclusioni dell'indagine conoscitiva dell'Antitrust sui prezzi dei carburanti.

"L'Autorità nota, fra l'altro – aggiunge Unem –, come le varie impennate dei prezzi siano state meglio assorbite rispetto a quanto osservato nel resto d'Europa, poiché i prezzi industriali, cioè al netto delle tasse, sia di benzina che gasolio, sono risultati più bassi di 3-4 centesimi rispetto alla media europea. Appare, inoltre, condivisibile il richiamo alla criticità della rete distributiva dei carburanti che necessita di un processo di riqualificazione e riconversione e di un continuo monitoraggio per il contrasto dell'illegalità. Quanto alla rete autostradale, dove i prezzi sono sistematicamente più elevati rispetto a quelli praticati sulla rete ordinaria – prosegue Unem –, le conclusioni dell'indagine evidenziano come le cause siano da ricercarsi nell'attuale sistema di concessione, giudicato critico, visto lo squilibrio tra royalty e oneri di servizio richiesti ai sub-concessionari. In relazione ai nuovi cartelli con i prezzi medi, regionali per la rete ordinaria e nazionali per quella autostradale, che entreranno in vigore dal 1 agosto, l'Autorità ha confermato le proprie perplessità, già anticipate nel corso della sua audizione alla Camera del gennaio scorso, da noi pienamente condivise e ribadite anche in occasione della nostra recente Assemblea annuale, evidenziando come tali cartelli non risultino di particolare utilità per i consumatori, anzi potrebbero arrecare un pregiudizio per la concorrenza – conclude Unem –. Speriamo che tutto ciò aiuti a mettere definitivamente da parte le polemiche sui prezzi per concentrarci, anche tenendo conto delle indicazioni dell'indagine, su quelli che sono i veri problemi del settore di cui ci stiamo occupando nell'ambito del tavolo di confronto avviato dal Ministro Urso e coordinato dal Sottosegretario Bitonci".





(Foto: David ROUMANET / Pixabay)

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