Quotate italiane, scendono le delibere contestate in assemblea. Remunerazione punto critico
(Teleborsa) - Nelle società quotate in Italia il numero delle delibere assembleari contestate è sceso al 18,1% del totale nel 2024 dal 22,2% del 2023, seguendo un trend simile a livello europeo, dove c'è stata una maggiore approvazione da parte degli azionisti per le delibere presentate dai consigli di amministrazione. È quanto emerge da uno studio di Georgeson presentato in un incontro organizzato da Nedcommunity.
In Italia la tipologia di delibere più contestata è stata quella relativa alle politiche di remunerazione: il 43,8% ha ricevuto un'opposizione superiore al 10% degli azionisti. Di queste, ISS ha raccomandato di non approvarne la metà (7) e Glass Lewise ha raccomandato di non approvarne 9.
"Se da un lato il trend degli ultimi anni, in termini di delibere contestate e raccomandazioni contrarie, mostra un evidente miglioramento delle pratiche di remunerazione (quantomeno con riguardo alle blue chips), dal confronto con gli altri mercati-chiave europei emerge che la remunerazione in Italia resta ancora fortemente criticata dagli investitori", commenta Francesco Surace, Head of Corporate Governance Italy di Georgeson,
Delle 34 delibere sulla relazione sui compensi delle società del FTSE MIB, 13 sono state contestate, con ISS che ha raccomandato di votare contro in 9 casi e Glass Lewis che ha raccomandato contro in 12 casi.
"È confortante che i risultati sottolineino il miglioramento avvenuto nelle pratiche di remunerazione, meno confortante appare che le nostre aziende FTSE MIB secondo la valutazione di ISS e di Glass Lewis risultino agli ultimi posti nelle pratiche in materia di remunerazione", fa notare Sandro Catani, coordinatore del Reflection Group sulla Governance delle remunerazioni di Nedcommunity.
Analizzando i voti sulle delibere di aumento di capitale, il rapporto rileva che, in media, nel 2024 in Europa il 13,4% delle delibere che autorizzano l'emissione di azioni ha visto un'opposizione superiore al 10%, con un calo di 3,2 punti percentuali rispetto al 16,6% del 2023.
Non ci sono state società italiane con una delibera "Say on Climate" durante la stagione delle assemblee del 2024. Tuttavia, 22 società europee hanno presentato delibere sponsorizzate dal consiglio di amministrazione che chiedevano agli azionisti di approvare la strategia aziendale per combattere il cambiamento climatico. La maggior parte di queste società erano britanniche e francesi.