Dai mercati

Da MES a “scivolone” su Draghi: alta tensione Meloni-opposizioni

Da MES a
(Teleborsa) – Dal MES con il riferimento a Conte alla frase su Draghi (rispetto alla quale corregge immediatamente il tiro): sono toni decisi quelli usati dal Presidente del Consiglio Meloni nel corso del suo intervento alla Camera di ieri in vista del Consiglio Europeo. Il risultato è che si alza (ancora) l’asticella della tensione tra Governo e opposizioni che non hanno affatto gradito alcune dichiarazioni. Anzitutto una, che da molti è stata interpretata come un attacco al predecessore Mario Draghi.



Quando il PD prova a sbandierare l’immagine dell’ex premier sul treno per Kiev con Olaf Scholz ed Emmanuel Macron per metterla in difficoltà, Meloni chiarisce che la sua politica estera non può risolversi nella triangolazione Roma-Berlino-Parigi, come nella foto del “grande gesto da statista del mio predecessore”. “Per alcuni la politica estera è stata farsi foto con Francia e Germania quando non si portava a casa niente. L’Europa non è a tre ma a 27, bisogna parlare con tutti: io parlo con Germania, Francia e pure con l’Ungheria, questo è fare bene il mio mestiere”, rivendica a poche ore dalla sfida politica più delicata, quella che si gioca in settimana sul Patto di stabilità.

“Preferisco essere accusata di essere isolata – dice – piuttosto che di svendere l’Italia, come è accaduto per anni”. Ovviamente da Palazzo Chigi vengono respinte al mittente le allusioni ad un attacco a Mario Draghi, con la Premier che garantisce di “avercela” con il PD.


Nel mirino ieri è finito anche Giuseppe Conte che ha ribattuto all’accusa di aver dato l’assenso alla modifica del trattato di modifica del Mes “un giorno dopo essersi dimesso, con il favore delle tenebre”, come ripete due volte la premier, quasi sbattendo il microfono a fine intervento. “Meloni quando parla di Mes diventa paonazza, si agita. Forse perché è stato introdotto con un disegno di legge approvato nel 2011 con il governo Berlusconi e lei ministro?”, replica il leader M5s, accusando il governo di “degrado istituzionale” e ricordando che il suo assenso al Mes era sostenuto da una risoluzione parlamentare del dicembre 2020: “La ratifica la decida lei, di cosa ha paura? L’approva o non l’approva? Non ci giri intorno”.

Chiara anche la posizione dell’Italia sul Patto di Stabilità, partita ancora aperta: “Dobbiamo tenere aperte tutte le opzioni”, dice Meloni. Incluso il veto? E’ quello che si può intendere. Perché “non sono disposta a dare mio assenso a un Patto che, non questo governo, ma nessun governo potrebbe rispettare”.