Dai mercati

Natixis IM, sondaggio strategist: rischio recessione si sta allontanando

Natixis IM, sondaggio strategist: rischio recessione si sta allontanando
(Teleborsa) – Dopo un inizio d’anno solido, con l’inflazione in calo, alcuni listini che hanno raggiunto rendimenti a doppia cifra e i rendimenti obbligazionari che hanno toccato i massimi degli ultimi 15 anni, economisti e strategist si sentono più fiduciosi sul fatto che il rischio di recessione si stia allontanando nella seconda metà dell’anno. È quanto emerge dal sondaggio di metà anno a cura del Centre for Investor Insight di Natixis Investment Managers, condotto su oltre 30 strategist.

Il sondaggio rivela che solo il 19% vede un rischio significativo di recessione nel secondo semestre, mentre il 50% ritiene la recessione un rischio basso nel secondo semestre. Quasi tre quarti (72%) teme che l’inflazione si protragga più a lungo del previsto e il 38% pensa che i tassi possano rimanere alti più a lungo del previsto, mentre il 66% è preoccupato anche per gli utili societari.

Un inizio 2023 sorprendente

La prima metà del 2023 ha sorpreso strategist ed investitori. A novembre 2022, il 59% degli investitori istituzionali riteneva che la recessione nel 2023 fosse “inevitabile” e il 54% che fosse “assolutamente necessaria” per contenere l’inflazione. La realtà è diversa: i mercati hanno realizzato solidi rendimenti, le obbligazioni hanno generato rendimenti interessanti e l’inflazione ha iniziato a calare in tutto il mondo. Il sondaggio rivela che per il resto del 2023 solo il 6% degli strategist ritiene che una recessione sia “inevitabile”, il 53% sostiene che ci sia una “concreta possibilità” e il 9% ritiene che la recessione sia “altamente improbabile”.

Diminuisce lo spauracchio inflazione

Dopo una dolorosa serie di aumenti dei costi, gli sforzi delle banche centrali per allentare la pressione hanno iniziato a produrre risultati nel 1° semestre. Solo il 22% degli strategist intervistati afferma che l’inflazione sia un “rischio elevato” nella seconda metà dell’anno, mentre il 38% non crede che gli obiettivi di inflazione saranno raggiunti fino al 2025 e il 9% afferma che potrebbero non essere raggiunti almeno fino al 2026.

Gli investitori non dovrebbero essere compiacenti

La geopolitica (72%) e l’indirizzo delle banche centrali (72%) sono considerati i principali ostacoli all’orizzonte. Tuttavia, un quarto (25%) degli strategist non ritiene che la geopolitica avrà un impatto sui mercati nella seconda metà dell’anno, derubricando le questioni geopolitiche a rumors. Le preoccupazioni relative alle scelte delle banche centrali si concentrano sulla questione di quanto e per quanto tempo i tassi rimarranno restrittivi prima che l’inflazione torni ai livelli target.

Gli utili societari rappresentano un potenziale ostacolo per il 66% degli strategist coinvolti, ma il 25% è ottimista e sostiene che gli utili potrebbero fungere da catalizzatore nella seconda metà dell’anno. Gli strategist sono divisi anche sulle prospettive della spesa dei consumatori: la metà teme che un rallentamento della spesa possa fungere da ostacolo, mentre il 28% crede che la spesa dei consumatori aumenterà fornendo un catalizzatore per la crescita del mercato.

(Foto: Maxim Hopman on Unsplash)