Il periodo segna “un buon andamento dei ricavi” che “crescono a doppia cifra” e “anche la marginalità è molto buona“. Orsero ha registrato “una crescita consistente rispetto all’anno precedente su tutte e due le principali business unit del gruppo, Distruzione e Shipping“.
Orsero si sta evolvendo verso un mix di prodotti a maggior valore aggiunto. “Questo è un trend, una strategia, che è stata già definita alcuni anni or sono e viene perseguita con sempre maggiore efficacia“, spiega Dupanloup. “Il focus è su quelli che chiamiamo prodotti a valore aggiunto: sono sostanzialmente merceologie che denotano un trend di consumo più favorevoli, in un mercato del consumo di frutta e verdura che ha volume piuttosto stabile, a valore crescente. Sono alcune merceologie che godono di maggior favore tra cui, ad esempio, i frutti rossi e la frutta esotica, che hanno peraltro poi, a livello di vendita alla distribuzione, dei prezzi unitari al chilo che sono molto superiori a quelli di prodotti di base – fresh food staple, come le banane – e quindi consentono poi loro ad Orsero di guadagnare e di marginalizzare meglio in virtù del migliore assorbimento anche dei costi fissi”.
In tema di evoluzione del business, “si guarda sempre intorno per nuove opportunità di crescita e negli anni ha sempre fatto attività sia di crescita organica che per linee esterne attraverso M&A”, aggiunge Rebecca Cancellieri, Investor Relations Specialist del Gruppo Orsero.
Al momento l’azienda “sta analizzando e prendendo in considerazione una nuova geografia, ovvero il Nord America, e più specificatamente gli Stati Uniti, dove stiamo analizzando diversi dossier”, sottolinea Cancellieri. “Sarebbe di interesse del gruppo potersi espandere da un punto di vista geografico e quindi guardare oltre il Sud Europa, che è il focus effettivamente del gruppo”. Orsero, quindi, guarda a “nuove geografie con demografie in crescita e con nuove opportunità anche a livello di prodotti e di sinergie commerciali“.
“Attualmente stiamo analizzando dei dossier e speriamo effettivamente che nell’arco del 2026 possa concretizzarsi qualcosa“.
“Quello che è per noi di interesse – conclude Cancellieri – è focalizzarci sempre sui prodotti ad alto valore aggiunto e quindi, nel caso dovessimo procedere con un deal in termini di M&A, andremo a guardare ad aziende che trattano prodotti con un’intrinseca marginalità e ad alto valore aggiunto, non prodotti commodity”.
