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PNRR, Upb: “Finora spesi 28,1 miliardi, 8,7 per bonus edilizi”

PNRR, Upb:
(Teleborsa) – Sulla base delle informazioni contenute sulla piattaforma Regis (il sistema di monitoraggio e rendicontazione del Pnrr) alla data del 26 novembre risultano spesi complessivamente 28,1 miliardi di euro, pari a circa il 14,7 per cento del totale delle risorse europee del Piano (191 miliardi). Lo riporta l’Ufficio parlamentare di bilancio (Upb) nella memoria sullo stato di attuazione del Pnrr trasmessa alle Commissioni Politiche dell’Unione europea e Bilancio del Senato che l’avevavo richiesta. Le misure che hanno assorbito maggiori risorse, si legge nella memoria, sono quelle relative agli incentivi ai privati: il rafforzamento dell’Ecobonus e del Sismabonus conta più di 8,7 miliardi, il credito di imposta per i beni strumentali (Industria 4.0) oltre 5,4 iliardi. Seguono, tra i principali, gli interventi per la resilienza, la valorizzazione del territorio e l`efficienza energetica dei Comuni (circa 2,5 miliardi), le linee di collegamento ad alta velocità alla frontiera Nord (circa 1,7 miliardi), il potenziamento dei nodi ferroviari metropolitani e dei collegamenti nazionali di maggiore rilievo (0,8 miliardi), il credito di imposta per R&S (0,6 miliardi), il rifinanziamento del fondo gestito da SIMEST-CDP per il sostegno allo sviluppo industriale (0,6 miliardi).

Le modifiche al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) approvate dalla Commissione europea e ora sottoposte all’approvazione del Consiglio – rileva l’Ufficio parlamentare di bilancio – “non coincidono integralmente con quelle proposte dal Governo”. L’Upb spiega che “erano stati previsti definanziamenti per circa 16 miliardi a fronte degli attuali 8,3 e le risorse relative al capitolo RePowerEU ammontavano a circa 19 miliardi rispetto agli 11,2 attuali”. Dalla rimodulazione del Piano, precisa ancora l’Upb “emerge un differimento in avanti sia degli obiettivi da conseguire sia degli importi delle rate con cui saranno erogate le risorse dal 2024. La rimodulazione del Piano e del profilo temporale delle rate potrebbe determinare la necessità di un maggiore ricorso al mercato a meno di riduzioni compensative di spese in altre voci del bilancio dello Stato”.

Il Sud è indietro con l’attuazione del Piano ed è residuale, rileva l’Upb, la quota di gare andate deserte. A fine novembre 2023 l’assegnazione ai soggetti attuatori delle risorse del Pnrr è stata sostanzialmente completata e questa fase è avvenuta “con celerità non dissimile tra Nord, Centro e Mezzogiorno”. Tuttavia al Sud si registrano ritardi nell’avvio delle gare e nell’aggiudicazione. In particolare, a fine novembre 2023, l’Upb spiega che le Regioni del Centro e del Nord registrano quote di gare avviate rispettivamente del 30,1 e del 27,7 per cento, mentre su progetti localizzati nelle Regioni del Mezzogiorno sono state a oggi avviate gare per un importo pari al 19,3 per cento. Le differenze si accentuano considerando le avvenute aggiudicazioni: nel Mezzogiorno risulta aggiudicato il 9,4 per cento dei progetti finanziati, contro il 14,1 per cento del Nord e il 15,2 per cento del Centro”. Secondo le informazioni di Anac, il fenomeno delle gare deserte ha “una rilevanza residuale. Delle 104.603 gare del Pnrr, solo lo 0,54 per cento (561) è andato deserto o risulta annullato”.