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Meeting di Rimini, Mattarella: "No ai nazionalismi, serve rispetto delle diversità"

Teleborsa  |
25/08/2023 12:43

(Teleborsa) - Un discorso che ha fatto breccia nel popolo di Cl, intervallato da lunghi applausi. Il primo quando il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha detto che i cittadini della Romagna e i loro sindaci non vanno lasciati soli dopo l'alluvione. Un nuovo applauso quando Mattarella ha parlato di pace giusta in Ucraina e dei migranti. "Permettetemi di riprendere le fila di un discorso, avviato, con la vostra comunità, sette anni or sono, nel 2016, qui a Rimini. Nel frattempo, molti di quei giovani, sono passati all'età adulta; tanti sono in cammino; mentre nuove generazioni si affacciano, nella continuità di una speranza, di un impegno". Così Mattarella, ha esordito nel suo intervento alla Fiera di Rimini, evento conclusivo della 44/ma edizione del Meeting dell'Amicizia tra i popoli di CL. "Ricorrevano, allora, – ha proseguito – i settant'anni della Repubblica; e mi appare significativo che, questo, nuovo dialogo diretto, avvenga in occasione dei settantacinque anni della nostra Costituzione. Il titolo, coraggioso, di quel Meeting, affermava: 'Tu sei un bene per me', sottolineando il valore dell'incontro – ha ricordato il capo dello Stato –. Senza che fosse progettato, nell'anno del Covid, era il 2021, ho avuto modo di rivolgermi, alla platea dei partecipanti, da remoto, quando a tema era posto 'Il coraggio di dire io'. Mi sembra, quasi, un completamento di riflessione, svolgere qualche considerazione, qui, quest'anno, sull'amicizia, carattere dell'esistenza umana".

"Vorrei che ci interrogassimo. Su cosa si fonda, la società umana, la realtà nella quale ciascuno di noi è inserito: è il carattere dello scontro? È inseguire soltanto il proprio accesso ai beni essenziali e di consumo? È l'ostilità verso il proprio vicino, il proprio lontano? È la contrapposizione tra diversi? O è, addirittura, sul sentimento dell'odio, che si basa la convivenza tra le persone? Se avessimo risposto affermativamente, anche, soltanto, a una di queste domande, con ogni probabilità, il destino dell'umanità si sarebbe condannato da solo" ha detto Mattarella.

L'amicizia motore del progresso – "Il crescere dell'amicizia fra le persone – ha detto Mattarella – è quel che ha caratterizzato il progresso dell'umanità. L'amicizia, come vocazione incomprimibile dell'uomo. Vi è una circostanza, che richiama l'attenzione. Ogni volta che, l'umanità, si è trovata di fronte al baratro – è accaduto con le due guerre, mondiali, novecentesche – ha trovato, dentro di sé, le risorse morali per ripartire, per costruire un mondo diverso, in cui, il conflitto, lasciasse posto all'incontro. Per immaginare, e progettare, il futuro insieme. E se, questa prospettiva, è naufragata nel decennio, iniziato quasi alla metà degli anni venti, proprio, per difetto di sentimenti di solidarietà e di reciproca disponibilità tra i popoli, ha avuto successo, negli anni Quaranta e Cinquanta, per la comunità internazionale, con il dar vita alle Nazioni Unite, e con l'avvio della integrazione d'Europa".

Il valore della Costituzione – Nell'assemblea costituente "opinioni diverse, si sono incontrate in spirito di condivisione, per affermare i valori della dignità, ed eguaglianza, delle persone; della pace; della libertà. Ecco, come nasce la, nostra, Costituzione: con l'amicizia come risorsa, a cui attingere, per superare insieme le barriere e gli ostacoli; per esprimere la nostra stessa umanità – ha detto il presidente della Repubblica –. La nostra Costituzione nasce per superare, per espellere, l'odio, come misura dei rapporti umani. Quell'odio che, la civiltà umana, ci chiede di sconfiggere nelle relazioni tra le persone; sanzionandone, severamente, i comportamenti, creando, così, le basi delle regole della nostra convivenza. 'Homo homini lupus', di Plauto, e il presunto 'stato di natura', di Thomas Hobbes, hanno, sempre, rappresentato ostacoli per la soluzione dei problemi dell'umanità" ha aggiunto. Rivolgendosi ai giovani Mattarella cita un discorso, tenuto alla Università di Parma nel 1995, di Giuseppe Dossetti che, dell'Assemblea Costituente, aveva fatto parte: "È proprio, nei momenti di confusione, o di transizione indistinta, che le Costituzioni adempiono la, più vera, loro funzione: cioè, quella di essere, per tutti, punto di riferimento e di chiarimento – ha detto Mattarella –. Cercate, quindi, di conoscere la Costituzione, di comprendere, in profondità, i suoi principi fondanti; e, quindi, di farvela amica e compagna di strada.Vi sarà presidio sicuro, nel vostro futuro, contro ogni inganno e contro ogni asservimento; per qualunque cammino vogliate procedere, e per qualunque meta vi prefissiate. Facciamo nostre queste parole: 'Non abbiate prevenzioni rispetto alla Costituzione del '48, solo perché opera di una generazione ormai trascorsa – disse –. La Costituzione americana è in vigore da duecento anni, e, in questi due secoli, nessuna generazione l'ha rifiutata, o ha proposto di riscriverla integralmente; ha soltanto operato, singoli emendamenti puntuali, al testo originario dei Padri di Philadelphia; nonostante che, nel frattempo, la società americana, sia passata, da uno Stato di pionieri, a uno Stato, oggi, leader del mondo'". "È la dimensione comunitaria, sono le relazioni sociali, a determinare la concretezza di esercizio dei diritti – ha detto il presidente della Repubblica –. Nel dibattito pubblico, si cita, sovente, il 'diritto alla felicità', elencata, come da perseguire, assieme a quelli alla vita e alla libertà, nella Dichiarazione di indipendenza, del 4 luglio 1776, degli Stati Uniti. Nel confronto tra Beniamino Franklin e il filosofo napoletano Gaetano Filangieri, fu, infatti, l'insegnamento di quest'ultimo a suggerire di sostituire alla espressione 'diritto alla proprietà' quella relativa alla felicità. Non vi è definizione equivalente nel testo della nostra Carta costituzionale; eppure, vi sono pochi dubbi, circa il fatto che, gli articoli della Costituzione, delineino una serie di diritti, e chiedano, alla Repubblica, una serie di azioni positive, per conseguire condizioni che rendano gratificante l'esistenza; sia pure senza la pretesa che la felicità sia una condizione permanente; quasi che la vita, con le sue traversie, non introduca momenti di segno diverso" ha aggiunto Mattarella, riferendosi all'articolo 2, "dove si prevede che la Repubblica deve riconoscere, e garantire, i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali in cui si svolge la sua personalità; e deve richiedere l'adempimento dei doveri, inderogabili, di solidarietà". E all'articolo 3, "che chiede, alla Repubblica, di rimuovere gli ostacoli, che impediscono il pieno sviluppo della persona umana; dopo aver sancito che, tutti i cittadini, hanno pari dignità sociale, e sono uguali davanti alla legge".

La questione migranti – Sulle politiche migratorie – ha detto Mattarella – "occorre percorrere strade diverse. Se non se ne avverte il senso di fraternità umana, per una miglior sicurezza. Una pace giusta, non può dimenticare il dramma dei profughi. I fenomeni migratori, vanno affrontati per quel che sono: movimenti globali, che non vengono cancellati da muri o barriere. Inoltre – ha spiegato Mattarella –, ne verrebbe assicurato un inserimento lavorativo ordinato; rimuovendo la presenza nascosta, incontrollabile, di chi vaga senza casa, senza lavoro e senza speranza; o di chi vive ammassato in centri di raccolta, sovente mal tollerati dalle comunità locali. Nello studio dell'appartamento dove vivo, al Quirinale, ho collocato un disegno, che raffigura un ragazzino di quattordici anni, annegato con centinaia di altre persone nel Mediterraneo. Recuperato il suo corpo, si è visto che, nella fodera della giacca, aveva cucita la sua pagella: come fosse il suo passaporto; la dimostrazione, che voleva venire in Europa per studiare. Questo disegno – ha spiegato –, mi rammenta che, dietro numeri e percentuali delle migrazioni, che spesso elenchiamo, vi sono, innumerevoli, singole, persone, con la loro storia, i loro progetti, i loro sogni, il loro futuro. Il loro futuro: tante volte cancellato. Certo – ha proseguito –, occorre un impegno, finalmente concreto e costante, dell'Unione Europea. Occorre sostegno ai Paesi di origine dei flussi migratori. È necessario rendersi conto che soltanto ingressi regolari sostenibili, ma in numero adeguatamente ampio, sono lo strumento per stroncare il crudele traffico di esseri umani: la prospettiva e la speranza di venire, senza costi e sofferenze disumane, indurrebbe ad attendere turni di autorizzazione legale. Occorre percorrere strade diverse – ha affermato ancora –. Se non se ne avverte il senso di fraternità umana, per una miglior sicurezza. Anche come investimento sul futuro delle relazioni, con i popoli di origine, che saranno presto sempre più protagonisti della scena internazionale".

L'Italia nell'incontro di etnie e fedi – "L'aspirazione, non può essere, quella, di immaginare che l'amicizia unisca soltanto coloro che si riconoscono come simili. Al contrario. Se così fosse, saremmo sulla strada della spinta alla omologazione, all'appiattimento. L'opposto, del rispetto delle diversità; delle specificità proprie a, ciascuna, persona. Non a caso, la pretesa della massificazione, è quel che ha caratterizzato, ideologie e culture, del Novecento, che hanno portato alla oppressione dell'uomo sull'uomo" ha detto Mattarella. "Le identità plurali, delle nostre comunità, – ha detto il presidente della Repubblica – sono il frutto del convergere delle identità di ciascuno di coloro che le abitano, le rinnovano, le vivificano. Nel succedersi delle generazioni, e delle svolte della storia. È la somma, dei, tanti 'tù, uniti a ciascun io', interpellati dal valore della fraternità, o, quanto meno, del rispetto e della, reciproca, considerazione. È il valore della nostra patria, del nostro, straordinario, popolo, tanto apprezzato e amato nel mondo, frutto, nel succedersi della storia, dell'incontro di più etnie, consuetudini, esperienze, religioni; di apporto di diversi idiomi per la nostra splendida lingua; e diretto a costruire il bene comune".

La guerra in Ucraina – "Non vogliamo rinunciare, oggi, alla speranza della pace in Europa. L'Europa, che conosciamo, è nata da un reciproco impegno di pace che, i popoli e gli Stati, si sono scambiati, dopo l'abisso della seconda guerra mondiale. Su quella pace, sono stati edificati i nostri ordinamenti di libertà e democrazia. Su quella pace, è cresciuta la civiltà degli europei. Non ci stancheremo di lavorare per fermare la guerra. È contro lo strumento della guerra, che siamo impegnati nell'impedire una deriva di aggressioni del più forte contro il più debole. Per costruire, una pace giusta" ha detto Mattarella. "Non mancano, mai, i pretesti, per alimentare i contrasti – ha aggiunto –. Siano la invocazione di contrapposizioni ideologiche; di caratteri etnici; di ingannevoli, lotte di classe; o la pretesa di resuscitare anacronistici nazionalismi. Quanto avviene ai confini della, nostra, Europa, dopo l'invasione dell'Ucraina, da parte della Federazione Russa, ne dà, drammatica, testimonianza".

La questione climatica – "L'amicizia sociale è una dimensione che lega la comunità, nell'affrontare le sfide della storia. Favorire la dimensione sociale, dell'amicizia, è un impegno a cui sono chiamate, tutte, le pubbliche istituzioni; ma, con esse, anche le forze sociali, economiche; le energie civili. Ora, siamo di fronte a un'altra, grande, e grave evidenza, che comporta responsabilità. L'ambiente, che abbiamo incrinato e impoverito – ha detto Mattarella –. Non si possono ignorare gli appelli dell'Onu, attraverso le parole, allarmate, del suo segretario generale. Proprio qui, in Romagna, ne abbiamo vissuto, drammatica, sottolineatura. L'alluvione, ha lasciato ferite profonde". "I cittadini della Romagna, e i loro sindaci, non vanno lasciati soli. La ripartenza delle comunità; e, con esse, di ogni loro attività, – ha aggiunto – è una priorità, non soltanto per chi vive qui, ma per l'intera Italia".

L'appello ai giovani – "Amicizia. Comincia da noi. Dal, nostro, modo di essere. Dalla, nostra, voglia di dare più umanità al mondo che ci circonda. La speranza, è in voi giovani. Prendetevi quel che è vostro. Comprese le responsabilità e i doveri – ha detto il presidente della Repubblica –. Voi avvertite, in misura genuina, tutti questi problemi. Avete, la sensibilità, di sentirvi pienamente europei. Più degli adulti. Avete, conoscenze adeguate, per affrontare, senza timore, le trasformazioni digitali e tecnologiche, che sono già in atto. Avete la coscienza che l'ambiente è parte della nostra vita sociale. Che non ci sarà giustizia sociale senza giustizia ambientale; e viceversa. Non vi chiudete, non fatevi chiudere in tanti mondi separati. Usate i social, sempre con intelligenza; impedite che vi catturino, producendo una somma di solitudini, come diceva il mio Vescovo di tanti anni addietro. Non rinunciate, mai, alle relazioni personali; all'incontro personale; all'affetto dell'amico; all'amore; alla gratuità dell'impegno".









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