Migranti, Senato al voto sul decreto flussi. Maggioranza ancora senza accordo
(Teleborsa) - Si prepara una battaglia un Senato sul decreto flussi, varato dal Governo dopo la tragedia di Cutro e finalizzato ad una riduzione dell'immigrazione irregolare a beneficio di quella regolare, anche attraverso un giro di vite sulla cosiddetta protezione speciale. Un decreto che non è solo osteggiato dalle opposizioni, soprattutto dal Pd, ma anche da una parte della maggioranza, che (per ora) resta divisa sulla gestione dell'immigrazione.
Il decreto flussi dovrebbe sbarcare in commissione Affari costituzionali fra martedì e mercoledì, ma ci son già oltre 350 emendamenti dell'opposizione da votare, oltre ai 21 che la Lega tiene da parte per capire come evolveranno i lavori in commissione, dopo il nulla di fatto del confronto all'interno della maggioranza.
Stando ai pronostici sarà impossibile completare l'esame del provvedimento in commissione e dare mandato al relatore, per cui si passerebbe direttamente alla discussione in Aula, dove dovrebbe essere ripresentato un unico emendamento della maggioranza, frutto dell'accordo dei partiti della coalizione. Accordo che comunque non sembra difficile da trovare, in seconda battuta, perché alla fine la disciplina più rigida sulla protezione speciale mette d'accordo un po' tutti, dalla Lega di Salvini a Forza Italia.
Tutti d'accordo che l'Italia deve fermare l'ondata di migranti, ponendo fine anche all'uso strumentale della protezione umanitaria. Ecco perché le nuove norme sulla protezione speciale, compresi i permessi per calamità e cure mediche, mettono d'accordo le forze di maggioranza, disponendo un rinnovo per massimi 6 mesi ed il divieto di trasformazione in permesso di lavoro.
Frattanto, le associazioni scendono in piazza martedì, sostenute dai sindaci di centro-sinistra, come Roberto Gualtieri (Roma), Beppe Sala (Milano), Gaetano Manfredi (Napoli), Stefano Lo Russo (Torino), Matteo Lepore (Bologna) e Dario Nardella (Firenze), che chiedono al governo di superare la logica emergenziale, facendo un'eccezione per i richiedenti asilo della ReteSai, trasformando i Centri di accoglienza straordinaria in hotspot di prima accoglienza e valutando l'introduzione dello ius Scholae.