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Sviluppo sostenibile, la denuncia di Guterres e von der Leyen: siamo in ritardo

Sviluppo sostenibile, la denuncia di Guterres e von der Leyen: siamo in ritardo
(Teleborsa) – La pandemia di Covid-19 e l’invasione russa che ha scatenato la guerra in Ucraina, con le inevitabili ricadute sull’economia globale, hanno ritardato il raggiungimento dei 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile (ODG). La denuncia è arrivata dal segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, e la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. “Gli Obiettivi si sviluppo sostenibile non sono solo un elenco di obiettivi”, ma al contrario portano “le speranze, i sogni, i diritti, le aspirazioni e le aspettative delle persone ovunque”, ha sottolineato Guterres nel suo intervento di apertura al vertice sul tema all’ONU in occasione dell’Assemblea generale di New York. Il segretario generale dell’ONU ha ricordato che ad oggi solamente il 15% sono rispettati e molti stanno regredendo.

“Invece di non lasciare indietro nessuno, rischiamo di lasciare indietro gli Obiettivi di sviluppo sostenibile”, ha aggiunto. Guterres ha poi annunciato che la bozza di dichiarazione include l’appello lanciato dai membri ONU a ricapitalizzare e cambiare il modello di business delle banche multilaterali di sviluppo in modo che possano “sfruttare in modo massiccio i finanziamenti privati a tassi accessibili a beneficio dei Paesi in via di sviluppo, e il sostegno alla riforma dell’architettura finanziaria internazionale odierna, obsoleta, disfunzionale e ingiusta”.

L’invito di Guterres è quello di agire contro la fame e ha sottolineato che la transizione verso le energie rinnovabili non sta avvenendo abbastanza velocemente. Ritardi anche sul fronte della digitalizzazione: “per colmare il divario abbiamo lanciato un’iniziativa per stimolare la trasformazione digitale in 100 paesi”. Secondo il segretario generale dell’ONU “troppi bambini e giovani sono vittime di un’istruzione di scarsa qualità, oppure zero istruzione”.

Nella bozza di dichiarazione politica discussa in occasione del vertice c’è anche l’impegno a migliorare l’accesso dei Paesi in via di sviluppo “al carburante necessario per il progresso degli obiettivi, la finanza“. Tra le proposte uno stimolo agli SDG di almeno 500 miliardi di dollari l’anno, “un efficace meccanismo di riduzione del debito che supporti la sospensione dei pagamenti, termini di prestito più lunghi e tassi più bassi”.

Per la presidente della Commissione UE “i Paesi in via di sviluppo hanno bisogno di maggiori risorse per far uscire le persone dalla povertà e passare verso un’economia pulita ed equa”. Von der Leyen ha ricordato che nel 2022, l’Europa ha aumentato i suoi aiuti allo sviluppo a 93 miliardi di euro, il 30% in più rispetto al 2021: “oggi rappresentiamo oltre il 40% dell’assistenza globale”. “Conosciamo i nostri obblighi, ma i soli finanziamenti pubblici non bastano. Dobbiamo esplorare tutte le strade per attrarre nuovi finanziamenti verso i Paesi in via di sviluppo”, ha aggiunto.

Von der Leyen ha poi sottolineato la necessità di sbloccare il capitale privato tramite il piano di investimenti Global Gateway dell’UE che prevede investimenti per 300 miliardi euro nelle economie in via di sviluppo nei prossimi cinque anni, nel campo delle energie rinnovabili, sanità, istruzione, trasporti verdi e digitalizzazione. La presidente ha inoltre sottolineato la necessità di imporre delle tariffe sulle emissioni di CO2, ricordando che una tale misure farebbe in modo che coloro che inquinano paghino un equo prezzo sul carbonio e sulle loro emissioni di carbonio, riducendo al contempo le emissioni: “il sistema europeo di tariffazione del carbonio ha raccolto 38 miliardi di euro e ne stiamo reinvestendo il 100% nell’azione per il clima“.