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Panetta (BCE): crypto non all'altezza delle promesse, ecosistema fragile

Teleborsa  |
23/06/2023 14:52

(Teleborsa) - "I cripto-asset sono stati promossi come alternative decentralizzate che promettono servizi finanziari più resilienti. Tuttavia, la realtà non è all'altezza di quella promessa. La tecnologia blockchain alla base dei cripto-asset può essere estremamente lenta, ad alta intensità energetica e non sufficientemente scalabile". Lo ha affermato Fabio Panetta, membro dell'Executive Board della BCE, in un discorso a Basilea, sottolineando che "la praticità dei cripto-asset per le transazioni quotidiane è bassa a causa della loro complessa gestione e della significativa volatilità dei prezzi".

Secondo Panetta, per affrontare questi inconvenienti l'ecosistema crypto ha cambiato la sua narrativa, favorendo forme di organizzazione più centralizzate che enfatizzano la speculazione e il profitto. "Ma gli eventi recenti hanno messo in luce la fragilità dell'ecosistema delle criptovalute, dimostrando quanto velocemente possa evaporare la fiducia nei cripto-asset - ha detto - Per molti aspetti, questo ecosistema ha ricreato proprio le carenze e le vulnerabilità che la tecnologia blockchain inizialmente intendeva affrontare".

A complicare ulteriormente le cose - ha sostenuto l'economista italiano - c'è il fatto che il mercato delle criptovalute stia cercando "l'integrazione nel settore finanziario per una maggiore rilevanza e supporto del settore pubblico". "Ciò non fornirebbe le basi per un futuro sostenibile per le criptovalute - ha evidenziato - Semmai, aumenterebbe solo contraddizioni e vulnerabilità, con conseguente maggiore instabilità e centralizzazione".

Secondo Panetta, il settore pubblico "dovrebbe adottare una posizione determinata stabilendo un quadro normativo completo che affronti i rischi sociali e ambientali associati alle criptovalute, compreso l'uso di cripto-asset non garantiti a fini speculativi". Dovrebbe anche "resistere alle richieste di fornire sostegno statale alle criptovalute, il che essenzialmente socializzerebbe i rischi crypto".

In definitiva, il settore pubblico dovrebbe invece "concentrare i propri sforzi sul contributo allo sviluppo di asset digitali affidabili, anche attraverso il proprio lavoro sulle valute digitali delle banche centrali".

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