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Censis, De Rita: "Accesso a internet è un diritto ma difficile da finanziare"

Teleborsa  |
09/06/2023 12:09

(Teleborsa) - "Il numero più significativo è 95%. Il 95% di italiani pensa che le tecnologie porteranno solo aspetti positivi: cose nuove da fare, maggiori opportunità, maggiore lavoro, più economia. C'è, quindi, un atteggiamento tutto positivo verso l'innovazione tecnologica
ma al tempo stesso c'è una preoccupazione di fondo e cioè che questa innovazione porti con sé false notizie, pericoli nella transazione e nella protezione dei dati. C'è una doppia anima: un'anima positiva ma al tempo stesso una preoccupazione. Questo si traduce con una
sorta di richiesta di pausa di riflessione. Gli italiani chiedono che la politica, le società di telecomunicazioni, le grandi piattaforme si fermino un momento e provino a riflettere su qual è il futuro, su quali sono i rischi e le opportunità del futuro. Un segnale, a nostro giudizio,
di maturità e di consapevolezza degli italiani forse anche più in là di quello che noi ci saremmo aspettati". È quanto ha spiegato Giorgio De Rita, segretario generale del Censis, a margine della presentazione, a Roma, presso l'Associazione Civita, del 3° Rapporto sul valore della connettività in Italia realizzato dal Censis in collaborazione con Wind Tre.







La gran parte gli italiani considera, secondo quanto emerge dal rapporto, l'accesso a internet un diritto. Ritiene che bisogna fare qualcosa in più per consentire a tutti l'accesso alla rete?

"Sì questo è un fenomeno che oramai registriamo da diversi anni. Prima pensavamo alla connettività come a 'un diritto per altri diritti' ma in realtà è un diritto in sé. Gli italiani pensano che non si abbia la possibilità di esercitare i propri diritti senza una connessione adeguata e questo apre una voragine perché le diseguaglianze sul piano territoriale sono ancora tante, ci sono ancora alcune aree – soprattutto le aree interne, le aree di montagna – che non hanno delle connessioni adeguate, ci sono famiglie che non hanno la possibilità di dotarsi di strumenti e di connessione all'altezza di quelle che sono le loro esigenze, ci sono soprattutto dei lavoratori con un basso titolo di studio e con un ambiente di lavoro poco favorevole che sono tagliati fuori. Se è vero che è un diritto e anche vero che c'è un problema in quanto si tratta di un diritto non garantito per tutti".

Chi dovrebbe garantire il diritto alla connessione?

"Gli italiani ritengono che sia una responsabilità sostanzialmente pubblica, cioè che sia lo Stato a doversi far carico di una garanzia delle connessioni e di una qualità delle stesse all'altezza delle necessità. Questo, però, come sappiamo affronta la difficoltà di risorse pubbliche non sufficienti, non capaci abbastanza di garantire questo diritto, e quindi chiama in causa i grandi operatori delle telecomunicazioni, le grandi piattaforme tecnologiche, le grandi imprese, le quali però hanno poco margine di investimento. Quindi è un diritto che però ha alle sue spalle una difficoltà di finanziarne 'leffettivo esercizio da parte di tutti".




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