Lagarde (BCE): status euro e dollaro non più scontato, ma nessun cambiamento per ora
(Teleborsa) - "Di fronte a persistenti shock di offerta, le banche centrali indipendenti possono e continueranno a garantire la stabilità dei prezzi. Ma questo può essere ottenuto a un costo inferiore se altre politiche cooperano e aiutano a ricostituire la capacità di offerta". Lo ha affermato Christine Lagarde, presidente della Banca centrale europea (BCE), ad un evento a New York.
"Ad esempio - ha spiegato - se le politiche fiscali e strutturali si concentrano sulla rimozione dei vincoli di offerta creati dalla nuova geopolitica, come garantire catene di approvvigionamento resilienti o diversificare la produzione energetica, potremmo assistere a un circolo virtuoso di minore volatilità, minore inflazione, maggiori investimenti e maggiore crescita. Ma se invece la politica fiscale si concentra principalmente sul sostegno ai redditi per compensare le pressioni sui costi (in eccesso rispetto a risposte temporanee e mirate a forti shock improvvisi), ciò tenderà ad aumentare l'inflazione, aumentare i costi di finanziamento e ridurre gli investimenti in nuova offerta".
In questo senso, "nella misura in cui la geopolitica conduce a una frammentazione dell'economia globale in blocchi concorrenti, ciò richiede una maggiore coesione politica - ha aggiunto - Non compromettendo l'indipendenza, ma riconoscendo l'interdipendenza tra le politiche e il modo in cui ciascuna può raggiungere al meglio il proprio obiettivo se allineata dietro un obiettivo strategico".
Il discorso di Lagarde ha anche affrontato le crescenti prove aneddotiche sul fatto che alcuni paesi intendono aumentare il loro uso di valute alternative alle principali valute tradizionali per la fatturazione del commercio internazionale, come il renminbi cinese o la rupia indiana. La numero uno della BCE ha anche sottolineato che stiamo assistendo a un aumento dell'accumulo di oro come asset di riserva alternativo, probabilmente guidato da paesi con legami geopolitici più stretti con Cina e Russia.
"Questi sviluppi non indicano alcuna imminente perdita di posizione dominante per il dollaro statunitense o l'euro - ha detto Lagarde - Finora i dati non mostrano cambiamenti sostanziali nell'uso delle valute internazionali. Ma suggeriscono che lo status di valuta internazionale non dovrebbe più essere dato per scontato".