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Fiducia consumatori e imprese, ancora possibile ripresa nel terzo trimestre

Teleborsa  |
30/08/2023 14:13

(Teleborsa) - Secondo i dati Istat resi noti oggi, ad agosto scende la fiducia dei consumatori da 106,7 a 106,5. Per Massimiliano Dona, presidente dell'Unione Nazionale Consumatori si tratta di un "dato negativo e allarmante". "Anche se il calo è lieve, è preoccupante che si verifichi proprio durante le ferie degli italiani che solitamente ridanno ottimismo e fiducia. Il problema è che le famiglie hanno dovuto fare i conti con i rincari e i prezzi stellari, che li hanno fatti restare con i piedi per terra", ha aggiunto.

"In ogni caso, nonostante l'inflazione, è positivo e inaspettato che migliorino sia i giudizi che le attese sulla situazione economica della famiglia, mentre il carovita ha influito negativamente sul dato relativo alla situazione economica dell'Italia, con il giudizio che precipita da -71,9 a -77,4, -5,5 punti percentuali e le attese da -22 a -27,2, -5,2 punti", ha concluso Dona.

"Il dato di agosto sul clima di fiducia di famiglie e imprese è il riflesso di una situazione particolarmente incerta. Se da un lato si cominciano ad avvertire gli effetti di una domanda, interna ed estera, in rallentamento, dall'altro le famiglie mantengono un atteggiamento meno negativo, legato alla tenuta della situazione economica familiare e ad aspettative di rientro dell'inflazione", ha commentato in una nota l'Ufficio Studi di Confcommercio.

"Più complessa appare la situazione sul versante delle imprese – ha aggiunto –, che registrano un diffuso peggioramento delle aspettative. In molti casi la domanda appare inadeguata a garantire livelli di attività soddisfacenti con scorte in aumento. Per contro non sembrano esserci concreti segnali di intenzioni di riduzione dei livelli occupazionali, a indicare come le imprese leggano ancora questa fase come un transitorio rallentamento". "La possibile tenuta dell'occupazione ed il contemporaneo e significativo ridimensionamento dei tassi di crescita dell'inflazione potrebbero contribuire a limitare il rallentamento dell'economia nei mesi finali del 2023 rendendo ancora possibile una crescita di poco superiore all'1,0%", si legge ancora nella nota.

Paolo Pizzoli, Senior Economist di ING, ha sottolineato che "il deterioramento della fiducia è più marcato nell'industria e nelle costruzioni, ma anche i servizi non sono immuni. I consumatori rimangono relativamente ottimisti, forse aiutati dalla tenuta del mercato del lavoro. Tutto ciò fa pensare a un contesto economico stagnante". "Nel complesso, i dati odierni sulla fiducia suggeriscono che le condizioni sono ancora mature per il proseguimento di un contesto economico morbido. Dopo la deludente contrazione del PIL dello 0,3% nel secondo trimestre (di cui avremo i dettagli completi venerdì), sembra ancora possibile una piccola ripresa nel terzo trimestre. Se questo si concretizzerà o meno dipenderà dalla forza dei servizi che compenseranno la debolezza dell'industria. Il nostro scenario di base resta una crescita media del PIL italiano dell'1% nel 2023", ha concluso Pizzoli.

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