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Unicredit, Orcel: "Aumenti del contratto bancari vanno discussi in Casl Abi"

Teleborsa  |
13/06/2023 16:42

(Teleborsa) - Rinnovo del contratto nazionale dei 280mila dipendenti delle banche italiane, fusioni, regole europee e trasformazione digitale. Questi i temi al centro del XXII congresso della Fabi, principale sindacato del settore creditizio. L'appuntamento, al via ieri, vede la partecipazione dei vertici di Abi e Federcasse oltre che dei principali gruppi bancari e finanziari del Paese, oggi ha ospitato l'amministratore delegato di Unicredit Andrea Orcel.





Sul fronte del rinnovo del contratto la Fabi chiede un aumento di 435 euro nel prossimo Ccnl in assenza del quale il segretario generale della Fabi Lando Maria Sileoni ieri ha affermato di essere pronto alle dimissioni. "La prospettiva del contratto è chiaramente tutta ancora da scrivere perché – ha spiegato oggi Sileoni – le posizioni all'interno di Abi sono diverse. Ci sono le condizioni però per fare un contratto entro la fine dell'anno. La parte economica è quella dove chiaramente noi non arretreremo di un centimetro. Sulla parte normativa, che poi ha un peso economico anche quella, dovremo trattare. La confusione che si è creata all'interno di Abi o di una parte del Casl di Abi è dovuta al fatto che le banche stanno cambiando in maniera molto veloce. Rispetto all'emergenza creata dal Covid, dalla guerra e dalla crisi economico-finanziaria stanno cambiando modello di organizzazione interna e questo produce da una parte degli affanni, dall'altra delle situazioni di difficoltà dovute anche al pressing che esercita quotidianamente la BCE. Noi stiamo lavorando per evitare lo scontro ma per poter evitare lo scontro ci vuole una disponibilità vera e non virtuale da parte delle banche".

Dopo l'intervento dell'ad del gruppo Intesa Sanpaolo Carlo Messina, che nella giornata di ieri ha aperto alle richieste sindacali sulla parte economica per il rinnovo del contratto nazionale dei bancari, oggi Orcel ha chiarito tali richieste vanno gestite dal comitato affari sindacali dell'Abi (Casl).

"Dal nostro punto di vista siamo ancora nel Casl Abi e tutte le negoziazioni vengono gestite in quella sede, non è corretto anticipare decisioni. Ogni realtà è diversa – ha detto l'ad di Unicredit – abbiamo tutta una serie di cose che ci fanno essere diversi, assumiamo, non chiudiamo sportelli, investiamo in training. Siamo la banca in Italia che paga meglio già, e che ha aumentato bonus e premi produttività più di tutti altri. Con l'inflazione abbiamo speso più di 100 milioni per il bonus inflazione per compensare il caro prezzi per le fasce basse colleghi. Sul principio – ha proseguito Orcel – non c'è dibattito, c'è sul come conseguire l'obiettivo". L'ad ha quindi invitato a guardare, al di là della cifra richiesta, a quanto il gruppo si impegna "a tutto tondo" anche sul fronte del welfare e della formazione.






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