(Teleborsa) – Per l’Ufficio Studi di Confcommercio i dati Istat di oggi su occupati e disoccupati ad agosto “attenuano le preoccupazioni sulla possibilità che la nostra economia stia entrando in una fase di, sia pur moderata, recessione”. “Dopo “l’inciampo” di luglio l’occupazione è tornata a crescere riposizionandosi ai massimi dall’inizio delle serie storiche: nel confronto annuo la variazione è pari a 523mila unità – ha aggiunto in una nota -. Nonostante i miglioramenti rilevati negli ultimi anni dalle diverse componenti del mercato del lavoro, non vanno trascurati gli elementi di criticità che continuano ad essere rappresentati dalla partecipazione femminile al mondo del lavoro, quasi il 43% delle donne è inattivo, e dalle difficoltà della componente più giovane della popolazione”.
“Allo stesso tempo va evidenziato come i timidi segnali di recupero sul versante dell’occupazione autonoma (+48mila unità nel confronto annuo) abbiano attenuato solo in parte le perdite registrate negli anni precedenti”, ha sottolineato.
Positivo anche il commento di Confesercenti. “A trainare l’incremento, come sempre, è l’occupazione dipendente, che aumenta di 49mila unità su luglio. Per una volta, però, assistiamo anche ad un rimbalzo positivo del lavoro autonomo, con gli indipendenti che crescono di 10mila unità a livello congiunturale e di 48mila rispetto ad agosto 2022″, ha sottolineato in un comunicato.
“Da diversi mesi, ormai, l’occupazione complessiva è ai massimi storici, collocandosi costantemente, da marzo del 2022, al di sopra dei 23milioni di occupati totali – ha aggiunto -. Quella che è cambiata è la composizione degli occupati e che dà il segno della grande trasformazione avvenuta: dal 2004 ad oggi il numero degli indipendenti è diminuito di 1,2 milioni di unità, poco meno del 20%, quello dei dipendenti è cresciuto del 15%, quasi 2,5 milioni di unità. Un dato che purtroppo conferma le crescenti difficoltà a rimanere sul mercato delle micro e piccole imprese a conduzione familiare, che hanno visto sfumare la ripresa post pandemica a causa del caro-vita e dell’incremento dei prezzi energetici“.
“Servono meno oneri burocratici e più sostegni per questa parte importante del nostro sistema economico. A partire da una fiscalità di vantaggio per i negozi di vicinato con un fatturato inferiore ai 400mila euro l’anno: un provvedimento essenziale per contrastare il fenomeno della desertificazione commerciale che sta interessando sempre più grandi e piccoli centri urbani italiani, con un grave impatto non solo sul settore ma anche sull’offerta di servizi ai cittadini”, è l’appello finale lanciato da Confesercenti.
(Foto: Carrie Allen www.carrieallen.com on Unsplash)
Lavoro, per Confcommercio e Confesercenti positivi i dati di agosto: ma serve un cambio di passo
