Attraverso i dati, ma anche con riflessioni di carattere storico e politico, Rossi nel suo ultimo libro, Breve racconto dell’Italia nel mondo attraverso i fatti dell’economia (Il Mulino), raccoglie buone e cattive notizie da cui emerge un paese molto avanzato, seppure con forti anomalie che da tempo rallentano il suo percorso. Per Salvatore Rossi, infatti, c’è un filo conduttore tra il presente e il passato, in particolare quel passato in cui si sviluppò un’economia che coniugava il bello con l’utile, l’arte con l’innovazione, l’eleganza con la tecnologia. Ritrovare quel filo potrebbe essere la chiave per tornare protagonisti di un mondo che sembra oggi richiedere proprio ciò che il nostro paese sa fare meglio.
“La massima secondo il passato deve esserci di guida per il presente e per il futuro è sempre valida – ha spiegato Salvatore Rossi –. Io ho cercato in questo libro di guardare al passato non soltanto prossimo ma anche a quello remoto, dei secoli passati. Sono risalito fino all’epoca di maggiore splendore artistico, scientifico, letterario, culturale ma anche economico: il Rinascimento. I valori del Rinascimento, ma anche l’immagine che l’Italia ha nel mondo oggi è ancora quella che abbiamo creato 5 secoli fa: cioè l’immagine secondo cui l’Italia e gli italiani sono la nazione e il popolo che riesce a coniugare tecnologia, sofisticazione produttiva e buon gusto. Questo tipo di messaggio non va mai dimenticato, dobbiamo recuperarlo soprattutto in questo momento in cui scontiamo gli effetti di un quarto di secolo di crisi produttiva”.
