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Autonomia differenziata e violazioni costituzionali: undici articoli a rischio con la Legge 86/2024

Teleborsa  |
12/11/2024 18:19

(Teleborsa) - Sono ben undici gli articoli della Carta costituzionale che riteniamo violati con l'approvazione della Legge 26/2024, n. 86 approvata lo scorso mese di giugno: il concetto è stato ribadito oggi, nel Palazzo della Corte costituzionale, durante la prima udienza pubblica sull'autonomia differenziata a seguito dei ricorsi promossi dalle regioni Puglia, Campania, Sardegna e Toscana e rispetto ai quali il sindacato Anief si è costituito con una memoria in difesa dei livelli omogenei di istruzione su tutto il territorio nazionale.

"Il nostro sindacato – ha detto Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, presente all'udienza odierna - è stato l'unico sindacato che si è costituito, con un ricorso ad adiuvandum alla Consulta, perché convinto che sono ben undici gli articoli della Carta costituzionale che riteniamo violati. A partire dal fatto che il diritto allo studio va garantito a tutti, in particolare agli studenti con disabilità. L'autonomia spinta che vuole essere concessa alle Regioni non sarà accompagnata da alcuna garanzia di riequilibrio per i servizi essenziali, come pure non c'è traccia nella norma approvata, nemmeno nel testo approvato a suo tempo al Senato, degli investimenti finalizzati a restringere il divario tra Settentrione e Meridione, che quindi sono destinati a crescere".

Attraverso l'azione amicus curiae, riferendosi all'istanza depositata dalla Regione Campania e Sardegna, il sindacato Anief ha consegnato due specifiche memorie per far sapere alla Corte Costituzionale che "intende ribadire il proprio ruolo di formazione sociale, senza scopo di lucro, portatrice dell'interesse collettivo del personale scolastico e, in particolare, degli insegnati specializzati per le attività didattiche di sostegno agli alunni con disabilità, ed argomentare ad adiuvandum sulla fondatezza dei dubbi di legittimità costituzionale avanzati sulla Legge 26 giugno 2024, n. 86, con particolare riferimento alle norme che subordinano l'erogazione dei LEP al rispetto degli equilibri di bilancio. Secondo l'associazione scrivente, tali norme avranno l'effetto di rendere incerte le risorse finanziarie necessarie per l'assunzione degli insegnanti di sostegno, compromettendo così il diritto all'inclusione scolastica degli alunni con disabilità".

Quindi, il giovane sindacato ricorda che "la L. n. 86/2024 non assicura infatti l'integrale finanziamento delle funzioni trasferite alle Regioni e demanda al Governo la definizione dei LEP., senza dettare i principi direttivi necessari ad assicurare il trasferimento alle Regioni delle risorse necessarie per finanziare i servizi trasferiti". Come pure è preoccupata, tra le altre cose, per "l'effettivo mantenimento di standard uniformi di prestazione su tutto il territorio nazionale". Ma anche perchè "le differenze economiche tra le Regioni si traducono in disparità nell'offerta di ser-vizi, inclusa l'istruzione, con conseguente violazione anche del diritto all'istruzione, garantito dagli artt. 33 e 34 della Cost., secondo cui la Repubblica "istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi" e che "la scuola è aperta a tutti", e dei principi di uguaglianza ed efficienza amministrativa, consacrati negli artt. 3 e 97 della Costituzione".

Infine, sottolinea che verrebbe messo ad alto rischio "il diritto all'inclusione scolastica degli alunni con disabilità, che non possono essere finanziariamente condizionati" come si sta facendo da anni e ulteriormente compromessi dall'alto tasso di precarietà dei docenti di sostegno. La stessa Corte Costituzionale, del resto,ha già in passato detto che "il problema del rapporto tra il principio di copertura finanziaria e di equilibrio della finanza pubblica, di cui all'art. 81 Cost., e le garanzie costituzionali su cui poggiano le risorse destinate ai diritti incomprimibili, deve essere risolto in favore di questi ultimi".

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