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Fukushima, al via il rilascio del primo lotto di acqua contaminata trattata nell'Oceano Pacifico

Teleborsa  |
24/08/2023 08:33

(Teleborsa) - La centrale nucleare di Fukushima Daiichi ha iniziato a rilasciare il primo lotto di acqua contaminata nell'Oceano Pacifico. L'operazione consentirà all'impianto giapponese di smantellare il sito, ancora altamente pericoloso, 12 anni dopo uno dei peggiori incidenti nucleari al mondo. Nel 2011 fu infatti colpita dal terremoto e distrutta dal conseguente tsunami. La quantità totale di acqua da smaltire è di oltre un milione di tonnellate. Lo scarico, che secondo le stime dovrebbe durare dai 30 ai 40 anni, ha scatenato le proteste dei Paesi vicini e dei pescatori che temono una riduzione della domanda del pesce proveniente dal Giappone. Presenti in loco gli esperti dell'Osservatorio atomico delle Nazioni Unite.

Il primo scarico è stimato in 7.800 metri cubi e dovrebbe durare circa 17 giorni. L'azienda ha avviato il rilascio "con attenzione e in piccole quantità", ha dichiarato un funzionario responsabile dell'acqua trattata. L'Agenzia internazionale per l'energia atomica ha deciso di aprire una pagina web per fornire dati in tempo reale che includono le portate dell'acqua, i dati di monitoraggio delle radiazioni e la concentrazione di trizio dopo la diluizione.

La Cina ha criticato duramente la decisione del Giappone, definendo la mossa "estremamente egoista e irresponsabile". Il commento è stato affidato a una nota del Ministero degli Esteri. Pechino, prosegue la dichiarazione, "si oppone fermamente" e "condanna con forza" quanto sta accadendo e ha presentato solenni rimostranze alla controparte per chiederle di porre fine all'atto illecito. Pechino ha quindi deciso di sospendere le importazioni di prodotti ittici dal Giappone. Una scelta, ha sottolineato, presa in nome della "sicurezza alimentare", mirata a "prevenire i rischi di contaminazione radioattiva causata dallo scarico in mare di acque contaminate".

L'acqua di raffreddamento esce dai reattori fortemente contaminata e per "ripulirla" è stato realizzato l'ALPS (Advanced Liquid Processing System): un sistema di pompaggio e filtraggio che, attraverso una serie di reazioni chimiche, è in grado di eliminare 62 radionuclidi dall'acqua trattata. Tuttavia, ALPS non ha la capacità di purificare pienamente l'acqua, perché non rimuove il trizio (idrogeno-3): un isotopo radioattivo dell'idrogeno, che è anche naturalmente prodotto in natura nell'atmosfera quando i raggi cosmici entrano in collisione con le molecole d'aria.

Tra tutti i radionuclidi presenti nell'acqua di mare, il trizio ha il più basso impatto radiologico con un'emivita radioattiva - cioè il tempo necessario perché la metà venga smaltita - di poco più di 12 anni. Assorbito con l'acqua nel corpo umano, invece, ha un'emivita che va da sette a quattordici giorni. È considerato dall'Aiea pericoloso per l'uomo solo a dosi elevate e - sempre secondo l'agenzia Onu - diverse centrali in tutto il mondo smaltiscono acqua contenente trizio a bassa quantità nelle operazioni di routine. Comprese le centrali atomiche della Cina, tra i Paesi più agguerriti contro il rilascio delle acque di Fukushima.




(Foto: ANSA)

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