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Delisting, Marchetti (Bocconi): Italia accentua fenomeno più vasto, servono correttivi diversi

Teleborsa  |
04/04/2023 09:24

(Teleborsa) - "Il problema del mercato dei capitali italiano va affrontato sia in una macro-dimensione - con temi come lo sviluppo delle PMI o gli interventi fiscali - e va poi esaminato a livello più di dettaglio - ovvero da una parte regolamentare e di vigilanza della mano pubblica. In tutte queste dimensioni, noi dobbiamo fare una riflessione attenta". Lo ha affermato Piergaetano Marchetti, professore emerito di Diritto commerciale presso l'Università Bocconi, all'evento "Il mercato italiano dei capitali: quale futuro?" presso l'Università Bocconi.

"Non bisogna comunque dimenticarsi che, a volte, anche piccoli interventi sono qualcosa che innestano circoli virtuosi, e che quello dei mercati non è sistema top-down, in cui ci trova in un think thank di economisti e ci decide", ha aggiunto.

Analizzando lo sviluppo storico del mercato dei capitali italiani, Marchetti ha spiegato che "lo sconto dei titoli italiani, rispetto a quelli quotati su altri mercati, segna un grosso ritardo culturale che si è permeato nella mentalità dell'investitore, del pubblico e dell'educazione finanziaria".

Nel frattempo, sono anche cambiate alcune sensibilità del mercato. "Una volta lo one-share-one vote sembrava un dogma, mentre oggi viene fortemente contestato o addirittura rovesciato", ha detto a proposito del dibattito in corso sulle azioni a voto plurimo.

Oltre al problema dei delisting e al fatto che le nuove società entranti in Borsa siano molto più piccole di quelle che escono, va considerato che "le società italiane hanno un ruolo marginale negli indici internazionali e siccome gli investitori esteri si allineano ad essi, questa è un'ulteriore penalizzazione per le società italiane".

Marchetti ha spiegato che "un elemento di successo italiano è stato l'AIM Italia, oggi Euronext Growth Milan (EGM), anche se il numero di società che passano al mercato principale è nettamente inferiore agli ingressi nell'AIM stesso", chiedendosi poi se "è veramente corretto oggi il continuare in questa primazia dei mercati regolamentati, come se gli altri poi non lo fossero" e affermando che l'EGM non è poi così deregolato rispetto al mercato primario.

Analizzando gli interventi necessari, il professore ha spiegato che vanno "adeguati i mercati e gli intermediari, e soprattutto una legislazione non di over-protection e di gold plating, così come l'atteggiamento dell'organo di vigilanza".

Rispetto a uno dei maggiori problemi di Piazza Affari, ha affermato: "Ho letto che il fenomeno del delisting è un fenomeno diffuso a livello globale e che ha delle ragioni macro. Se il fenomeno è però mondiale, non possiamo non dire che l'Italia accentua un fenomeno più vasto e quindi si devono fare dei correttivi diversi".

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