Dai mercati

Banca MPS in rally a Piazza Affari

Banca MPS in rally a Piazza Affari
(Teleborsa) – Riflettori ancora puntati su Banca MPS, che tratta in rialzo del 2,18% Piazza Affari. La situazione di medio periodo resta tendenzialmente ribassista. Tuttavia, esaminando il grafico a breve, potrebbe esserci un miglioramento verso l’alto della curva che incontra il primo ostacolo a 2,581 Euro. Supporto visto a quota 2,469. Ulteriori spunti rialzisti favoriscono un nuovo target stimato verosimilmente in area 2,693.

Resta alta l’attenzione del mercato sul Monte dei Paschi di Siena, in vista della possibile vendita di parte della quota del Tesoro. Una settimana fa si parlava della cessione di una quota dell’8% entro i primi giorni di ottobre, che avrebbe portato la quota del MEF al 56%, e della nomina di Equita SIM quale adviser dell’operazione. Secondo Il Messaggero, infatti, le analisi dei tecnici del Tesoro avevano accertato che la cessione di una quota inferiore al 10% avrebbe potuto essere assorbita agevolmente dal mercato, senza provocare turbolenze sul titolo. Ma su queste voci a scorsa settimana le azioni MPS sono scivolate di circa il 6%.

Ora, stando a quanto riferito da Milano Finanza, vi sarebbero almeno una ventina di banche d’affari interessate a seguire la privatizzazione dell’Istituto, che in ogni caso dovrà verificarsi entro giugno 2024, in base agli accordi presi con la UE. Fra gli Istituti interessati ad un mandato si fanno i nomi di Citi, Bofa, Ubs fra quelli esteri ed Equita e Mediobanca fra le banche d’affari italiane.

Sebbene le voci di una cessione si rincorrano a cadenza regolare, appare al momento improbabile che l’operazione possa concretizzarsi a brevissimo. Uno di fattori che frena l’operazione è la sottovalutazione del titolo, che tratta oggi ad un prezzo inferiore del 30% circa ai valore assegnato dagli analisti. L’altro nodo riguarda la ricerca del partner industriale: Unicredit sembra essersi definitivamente chiamata fuori, ma anche Banco BPM e BPER non sembrano per nulla intenzionate ad entrare. Eppure l’Ad di MPS Luigi Lovaglio è tornato a parlare di consolidamento qualche giorno fa, affermando che “è qualcosa che il mercato deve aspettarsi in prospettiva”, perché una “dimensione europea” è importante per una banca italiana per “creare business” e per “competere con la concorrenza internazionale”.

Per la privatizzazione c’è tempo. Il Tesoro ha puntualmente smentito una vendita a breve, affermando che “non c’è nessuna fretta da parte del governo e del Tesoro di privatizzare” e che l’operazione “verrà fatta nel momento migliore, allo scopo di valorizzare al meglio la partecipazione e garantire il perseguimento dell’interesse pubblico”. L’orizzonte temporale non potrà andare in ogni caso oltre il mese di giugno 2024, scadenza concordata con la Ue per la privatizzazione conseguente al salvataggio. Una data che incombe mentre la vicenda di MPS si intreccia con la Manovra, le cui scarse risorse potrebbero essere rimpinguate con un piano di dismissioni che coinvolge il Montepaschi.