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MIgranti, missione Ue in Tunisia porta a casa un primo accordo

Teleborsa  |
12/06/2023 06:48

(Teleborsa) - Un accordo preliminare ed una soluzione ancora tutta in salita sul capitolo migranti. La missione dell'UE in Tunisia, capitanata da Ursula von der Leyen, da Giorgia Meloni e da Mark Rutte, in rappresentanza dell'UE, ha accontentato tutti e soddisfatto pochi, a partire dall'UE che chiede alla Tunisia uno sforzo maggiore sul fronte dei diritti ed un accordo parallelo con l'FMI per l'erogazione di una seconda tranche più consistente di aiuti. Dal canto suo il Presidente tunisino Kais Saied punta più in alto.

Il vertice al Palazzo Presidenziale di Cartagine fra la delegazione europea ed il Presidente Saied è durato circa due ore ed ha affrontato temi piuttosto delicati come la gestione dei migranti e la difficile intesa fra la Tunisia e l'FMI, che in cambio del sostegno finanziario chiede delle garanzie. Obiettivo dichiarato dell'UE er atornare da Cartagine con un accordo in tasca, in vista del prossimo consiglio europeo.


"Dal 2011 l'Unione Europea ha sostenuto il transito della Tunisia verso la la democrazia, una strada a volte lunga e difficile, ma queste difficoltà possono essere superate nel nostri comune interesse, sullo sfondo delle incertezze di natura globale", ha affermato von der Leyen in conferenza stampa, aggiungendo che l'UE vuole "investire in stabilità e prosperità".

La Presidente dell'UE ha spigato che il pacchetto condiviso con il Presidente Saied ha "cinque pilastri": lo sviluppo economico della Tunisia, gli investimenti ed il commercio, il capitolo energia, l'impegno della Tunisia contro le migrazioni irregolari e l'ammissione della Tunisia a partecipare al programma Erasmus Plus.

Una prima intesa per ora è stata raggiunta e riconosce un sostegno finanziario immediato dell'UE al bilancio tunisino di 150 milioni di euro ed ulteriori risorse per 900 milioni di euro nel caso in cui la Tunisia giunga alla sigla di un accordo con l'FMI. Una strada in salita quest'ultima, visto che Saied ha sollecitato il Fondo monetario ad evitare "diktat", affermando che gli 1,9 miliardi di aiuti "non porteranno benefici" alla Tunisia.

I nodi da sciogliere non sono solo finanziari. Anche per la gestione dei migranti ed i rimpatri le posizioni sono ancora divergenti: se sulla chiusura delle frontiere a Sud del Paese nordafricano non c'è stato nulla da obiettare, il capitolo rimpatri vede la Tunisia ferma sulla sua posizione di accettare solo quelli degli irregolari tunisini e non anche dei migranti subsahariani. "L'idea, che alcuni sostengono segretamente, che il Paese ospiti centri per i migranti in cambio di somme di danaro è disumana e inaccettabile", ha ribadito Saied.


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